In queste ore, le ricerche della bambina di 5 anni scomparsa da Firenze si sono allargate anche a Bologna dopo una segnalazione di una donna.
Si estendono le ricerche di Kataleya, la bambina di cui non si hanno più notizie da diversi giorni. La scomparsa risale al primo pomeriggio di sabato scorso quando la piccola è stata vista per l’ultima volta giocare nel cortile dell’ex hotel Astor di Firenze, dove vive con la famiglia.
I carabinieri che si stanno occupando del caso, dopo aver ricevuto una segnalazione, hanno attivato le ricerche a Bologna, dove una donna avrebbe riferito di aver visto la piccola in compagnia di una donna a bordo di un autobus proprio nelle ore successive alla scomparsa.
Ancora nessuna traccia della piccola Kataleya, la bimba di 5 anni svanita nel nulla da Firenze sabato pomeriggio, 10 giugno, mentre giocava con altri bambini nel cortile dell’ex hotel Astor.
Carabinieri e squadre di ricerca da quel momento stanno battendo tutta la zona per rintracciarla, ma ancora le operazioni non hanno dato, purtroppo, esito. Ora, stando a quanto riportano i colleghi della redazione de Il Resto del Carlino, gli investigatori hanno esteso le ricerche anche a Bologna dopo una segnalazione ricevuta da una signora. Quest’ultima avrebbe spiegato di aver visto la piccola a bordo di un autobus insieme ad una donna nel pomeriggio di sabato, dunque, poco dopo la scomparsa.
Ricevuta la segnalazione, i militari dell’Arma hanno fatto scattare le ricerche nel capoluogo emiliano e stanno esaminando la segnalazione. Ad ora nessun esito anche qui e non è chiaro che quella avvistata possa essere Kata.
Alle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze, stanno partecipando anche gli uomini della Dda (Direzione distrettuale antimafia) della Polizia. Le ipotesi sono ancora tutte al vaglio dal sequestro all’allontanamento volontario.
Ieri pomeriggio, lunedì 12 giugno, la madre della bimba avrebbe tentato il suicidio ingerendo una quantità di candeggina. La donna è stata trasportata in ospedale e non sarebbe in pericolo di vita. Anche il padre nei giorni scorsi aveva ingerito del detersivo in carcere, dove si trova da circa tre mesi. Anch’egli non rischierebbe la vita.
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