Uno studio di Bankitalia ha analizzato quali sono gli effetti dell’aumento delle temperature sull’economia italiana e sulle imprese: i risultati.
L’estate 2023 verrà sicuramente ricordata per il caldo record registratosi sulla maggior parte della Penisola: in alcune regioni, difatti, le temperature sono salite oltre i 40 gradi. Questa situazione sembra poter avere un impatto negativo anche sull’economia del nostro Paese.
Un’analisi effettuata dagli esperti di Bankitalia ha esaminato quali possano essere gli effetti del surriscaldamento globale sulle attività economiche. Si è stimato che l’aumento delle temperature possa provocare nei prossimi anni una riduzione del Pil e delle imprese.
Bankitalia, in uno studio effettuato nelle ultime settimane, ha preso in esame quali possano essere gli effetti negativi dell’innalzamento delle temperature sull’economia del nostro Paese. In Italia, difatti, si registrano ondate di caldo sempre più pesanti, basti pensare a quella dello scorso mese. Dall’inizio del secolo, invece, le temperature medie sono salite di circa due gradi anche per via delle emissioni nell’atmosfera che aumentano di continuo.
Tutto ciò, secondo l’analisi di Bankitalia, avrebbe comportato un calo del Pil significativo che potrebbe protrarsi nel tempo nel caso in cui i termometri continuassero a salire. Si stima, difatti, che entro il 2100 con un innalzamento delle temperatura di 1,5 gradi, il Pil potrebbe registrare una frenata compresa tra il 2,8 e il 9,5%. Uno scenario non del tutto impossibile dato che, secondo quanto calcolato dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), in Italia tra il 2000 e il 2100 le temperature potrebbero salire di un valore tra gli 1,8 e 3,1 gradi.
Entrando nel dettaglio, secondo gli esperti dell’istituto bancario centrale italiano, il crescere delle giornate con temperature medie oltre i 28 gradi (killing degree days) porterebbe ad una diminuzione del Pil e della produttività del lavoro. Con una frequenza di questi giorni più alta del 2,4%, il Prodotto interno lordo scenderebbe di un valore tra lo 0,22 e lo 0,1% all’anno.
In particolare, sempre stando a quanto analizzato nel report, il caldo avrebbe causato danni in vari settori da quello industriale a quello dei servizi, ma soprattutto all’agricoltura. In quest’ultimo, i sempre più frequenti killing degree days hanno comportato la riduzione del valore aggiunto agricolo dello 0,6% all’anno e del 0,65% della produttività.
Per arginare il problema, secondo Bankitalia, sarebbe necessari interventi urgenti che possano far crescere la resistenza delle imprese italiane a questi fenomeni per non rischiare di allargare il divario tra Nord e Sud. Uno di questi interventi potrebbe essere il Pnrr.
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