Attraverso un post sul suo blog ufficiale Google ha annunciato il rilascio in Europa dei servizi della sua intelligenza artificiale denominata Bard. La sfida tra intelligenze artificiali parla anche italiano
Il tema della intelligenza artificiale, di cosa può fare di positivo per le persone e di tutti i problemi che invece rischia di generare rimane al centro del dibattito in diverse comunità e a tanti livelli. Vale la pena per esempio ricordare come parte delle motivazioni che hanno portato gli sceneggiatori e ora gli attori di Hollywood a scioperare ci sia anche la possibilità da parte dei produttori di utilizzare le intelligenze artificiali generative anziché l’intelligenza degli scrittori per produrre sceneggiature a basso costo.
E gli attori temono che sia possibile un domani avere modelli indistinguibili dalla realtà per recitare gratis. Ma, oltre alle preoccupazioni che possono venire da un utilizzo sconsiderato della tecnologia, anche proprio per capire di che cosa si deve effettivamente avere paura, è bene entrare in contatto con i sistemi come Google Bard e Bing IA.
Quando era stato annunciato, il servizio Bard di Google era risultato non utilizzabile in Europa e in Canada a causa soprattutto delle regole per il trattamento dei dati personali in vigore in queste aree. Google Bard, che rimane a tutt’ora un servizio sperimentale come sottolineato ovunque da Google, è però adesso ufficialmente in grado di ascoltare anche le richieste in lingua italiana e in un totale di oltre 40 lingue diverse.
Questo significa che, se vuoi, ti basta cercare Google Bard per provare a parlare con l’intelligenza artificiale della grande G. Ma che cosa puoi fare con una intelligenza artificiale come Google Bard o come Bing IA, l’intelligenza artificiale proposta da Microsoft nel suo motore di ricerca? In realtà il servizio serve principalmente a rendere più fluido il momento della ricerca di informazioni. Qualcosa in cui Bard sembra spiccare. Ma, per sapere effettivamente quali sono le differenze tra Bard e Bing vale la pena fare un test, chiedendo la stessa domanda con le stesse parole.
Analizzando le differenze nel modo in cui vengono presentate le informazioni si scopre per esempio che Bard tende a volte a fornire risposte che allargano un po’ il campo della domanda mentre invece Bing è più interessato a fornire informazioni con rimandi precisi alle fonti da cui quelle informazioni sono state prese. Un test interessante è quello che ha realizzato Bob Sharp di Make Use Of che ha chiesto a Bard e Bing di raccogliere e presentare informazioni sui livelli di CO2 attuali rispetto all’ultima era glaciale. Le informazioni sono identiche ma è interessante notare come mentre Bing lavora con le percentuali, numeri abbastanza facili da capire, Google Bard prende la strada delle parti per milione.
E un’altra differenza sta nel fatto che Bing ha prodotto una risposta più stringata e dritta al punto indicando le fonti da cui sono state prese le varie informazioni mentre Google Bard ha aggiunto un paragrafo riguardo l’importanza di ridurre le emissioni di CO2. Un segnale evidente di come, nonostante siano all’apparenza servizi equivalenti, anche scegliere di parlare con Bard piuttosto che con Bing significa parlare con servizi che offrono in fondo una visione leggermente diversa.
Come sottolineato nella home page di Google Bard, il servizio è sperimentale e le risposte al momento potrebbero non essere del tutto coerenti con la realtà. Un problema comune alle varie intelligenze artificiali al momento disponibili. E quindi è necessario, soprattutto per evitare di lasciarsi prendere dalle fake news, sapere che ciò che una intelligenza artificiale generativa è in grado di produrre o le informazioni che un chatbot come Bard e Bing possono presentare hanno un margine di errore.
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