Il marchio Barilla è stato accusato dal governo americano di pubblicità ed etichette ingannevoli, doppia class action per l’azienda emiliana amata in tutto il mondo.
Si sente parlare spesso di class action in questi anni, ma di che cosa si tratta? In parole povere è uno strumento legislativo di tutela collettiva risarcitoria. Permette cioè ad un gruppo di individui o consumatori danneggiati dalla stessa azienda di ottenere il risarcimento del danno subìto. L’ultima dai risvolti internazionali – visto il soggetto che ben conosciamo visto che si parla di Barilla – la vedrebbe accusata di essere poco chiara riguardo l’origine della pasta venduta negli Stati Uniti.
Le accuse sono due, ovvero in Illinois e California, ma verterebbe tutte sul fatto che Barilla non sia chiara sull’origine del suo grano duro. Il primo a rendere nota la vicenda è stato il The Washington Post che ha pubblicato la notizia relativa ad una coppia di consumatori in Illinois che hanno fatto causa alla multinazionale.
Sulla confezione si legge infatti “la pasta numero 1 in Italia” oltre alla bandiera italiana, ma negli Usa la pasta Barilla viene prodotta nello stato dell’Iowa e a New York. Ai consumatori quindi questa non corretta informazione in quanto sarebbero disposti anche a pagare di più il prodotto: amano infatti la “qualità superiore del Made in Italy, estrema attenzione ai dettagli, eleganza e una lunga tradizione nella produzione”.
Nell’Illinois quindi Matthew Sinatro e Jessica Prost, hanno citato in giudizio l’azienda spiegando che se avessero saputo che non era prodotta in Italia non l’avrebbero pagata. Invece il grano è americano e quindi locale, anche se si vende come italiano.
Le etichette e pubblicità della pasta Barilla – come anche quelle di Coca-Cola, Mc Donald’s, Burger King e Starbucks – evidenziano come gli altri marchi citati, solo la storia del grande gruppo industriale e la sua origine in Italia. Non si fa riferimento alla sede produttiva, che peraltro però è indicata in etichetta dopo la lista ingredienti.
Se nel resto del mondo nessuno ha mai fatto problemi sull’origine dei marchi citati, perchè mai ora arrivare a innalzare gli animi contro l’italiana Barilla? Ricordiamo anche che il Codex Alimentarius, General Standard for the Labelling of Prepackaged Foods prevede che l’indicazione di origine del prodotto sia esplicitata solo in maniera facoltativa in etichetta.
La replica di Barilla non si è fatta attendere: “Barilla è impegnata a difendersi con vigore da affermazioni che riteniamo senza fondamento, dato che sulle confezioni di pasta Barilla prodotte negli Stati Uniti è chiaramente riportata l’indicazione Made in the U.S.A. with U.S.A. and imported ingredients (…)“. Spiega anche che oggi tutta la produzione venduta in USA è prodotta negli stabilimenti di Ames, in Iowa e Avon, nello Stato di New York.
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