Barriere coralline: classe media all’assalto del paradiso

[galleria id=”111″]Sul sito di Modus Vivendi leggiamo una news relativa ad uno studio pubblicato su Current Biology: il maggior pericolo per la sopravvivenza delle barriere coralline è rappresentato dallo sviluppo della classe media.

Secondo i ricercatori della Cook University, della Wildlife Conservation Society e dell’università dell’East Anglia, il crescente benessere di centinaia di milioni di persone nel mondo è da mettere in relazione con l’altrettanto crescente degrado delle barriere coralline. Nello studio sono stati esaminati una serie di parametri quali la densità della popolazione, un indice multidimensionale di sviluppo socioeconomico, la complessità del reef e lo stato delle popolazioni di pesci corallini in cinque paesi che si affacciano sull’oceano Indiano.
 
Dalla ricerca emerge una stretta correlazione tra sviluppo economico ed impoverimento dei parametri ecologici, a dimostrazione ulteriore del fatto che la conservazione della natura è legata a filo doppio con le condizioni di benessere delle società umane. Tanto è vero che la biomassa dei pesci e la loro taglia è inversamente proporzionale alla densità della popolazione umana: quanto più cresce numericamente la società, tanto più piccola è la taglia dei pesci. È addirittura emerso che le dimensione dei pesci nelle zone in cui è presente uno sviluppo economico intermedio è di ben quattro volte inferiore a quelle registrate nelle zone in cui le condizioni di vita sono poverissime o ricchissime. Diventa quindi sempre più necessario rendere operativa una pesca sostenibile nelle zone caratterizzate dalla presenza dei reef corallini, tenuto anche conto del fatto che le barriere risentono moltissimo anche degli effetti dei mutamenti climatici.
 
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