Portare a compimento un fuori campo nel baseball è qualcosa che equivale un po’ a fare goal tirando dalla propria porta ma a quanto pare un nuovo studio dimostra che potrebbe diventare molto più facile proprio a causa del cambiamento climatico
In Italia lo sport del baseball non è ancora diffuso tanto quanto lo è in altri Paesi del mondo. Ma questa scarsa diffusione non può non permetterci comunque di valutare un’altra conseguenza che deriva, questo viene dallo studio di una mole incredibile di dati, dal cambiamento climatico. Ad essersi occupati della raccolta e della analisi dei dati relativi a oltre 100 mila partite della Major League di baseball americana è il Dartmouth College del New Hampshire.
Questi dati relativi ai match giocati sono poi stati elaborati insieme ad altri dati relativi a 220 mila palle colpite. E a quanto pare ci sarebbe un leggero ma continuo aumento nel numero dei colpi che si trasformano in fuoricampo con l’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico. E lo studio fa addirittura una proiezione su quello che potrebbe essere il futuro.
I fuoricampo nel baseball non più così straordinari?
Come accennato in apertura, le possibilità che un giocatore che colpisce con la propria mazza da baseball una palla riesca a realizzare un fuoricampo sono molto, molto basse. Si tratta infatti di colpi che ogni volta che avvengono sono sottolineati da vere e proprie ovazioni. Dato che si tratta di colpi che la squadra avversaria non può in alcun modo contrastare non potendo andare a raccogliere la pallina fuori dal campo.
I ricercatori del Dartmouth College del New Hampshire hanno però gettato una luce diversa proprio su questo spettacolo nello spettacolo del baseball. Perché a quanto pare confrontando i dati di oltre 100 mila partite della Major League di baseball americana in un arco di tempo tra il 2010 e il 2019 si è notato un progressivo incremento proprio nel numero dei fuoricampo con l’innalzamento medio delle temperature. Ma come si lega la pallina da baseball al cambiamento climatico?
Questione di attrito
Come spiegato da uno degli autori dello studio del Dartmouth College, Justin Mankin, è tutta una questione di attrito: “quando le temperature sono più calde la densità dell’aria è minore e quando la densità dell’aria è minore c’è meno attrito nei confronti degli oggetti volanti“. Il problema non sarà soltanto tra gli scommettitori. Perché come sottolineato sempre dai ricercatori che hanno pubblicato questo studio si tratterà anche di avere in alcuni giorni dell’anno temperature troppo alte per permettere ai giocatori di trovarsi sul campo senza una copertura adatta degli stadi. Di nuovo il cambiamento climatico si lega non tanto a questioni economiche quanto a questioni di salute.