Avere una borraccia con sé significa facile accesso a una bevanda fresca ogni volta che vogliamo, ma che fare coi batteri che la contaminano?
L’uso di borracce è ormai sempre più diffuso: complice la grande varietà di prodotti dal design accattivante che troviamo sul mercato, la borraccia in acciaio, plastica o materiali bio è di uso comune. Questa pratica ci permette non solo di avere bevande fresche o calde sempre a portata di mano, ma anche di ridurre drasticamente lo spreco di plastica e la quantità di rifiuti da noi prodotti in quanto oggetti riutilizzabili.
Non è infatti un mistero che l’inquinamento da plastica sia ormai fuori controllo: troviamo rifiuti quali bottigliette d’acqua o altre bevande e contenitori alimentari nei fiumi, nei mari, lungo le spiagge e, di conseguenza, nella pancia dei pesci che poi finiscono sulla nostra tavola. Basti pensare che stando a uno studio risalente a 2021 ed effettuato da WWF e Università di Newcastle, ogni settimana ciascuno di noi ingerisce circa 5 grammi di plastica, per una media spaventosa di oltre 260 grammi in un anno.
Avere con noi una borraccia che aiuti a diminuire l’uso di plastica monouso, dunque, è cosa buona e giusta. Ma come per ogni aspetto positivo di una cosa, bisogna metterne in risalto anche quelli negativi. Nelle borracce, infatti, possono essere presenti batteri che mettono a rischio la nostra salute, soprattutto in condizioni di igiene scarsa o assente. Tra le problematiche principali relative alle borracce troviamo:
Per fortuna che per ogni problema viene fornita una soluzione!
Per usare al meglio la nostra bottiglia ed evitare che si formino batteri nella borraccia possiamo seguire alcuni semplici consigli. Innanzitutto prestare attenzione all’igiene dell’oggetto, che dovrà essere lavato approfonditamente e molto spesso, nonché asciugato accuratamente.
In secondo luogo è bene che la borraccia sia un oggetto puramente personale, da non condividere con altri individui. Infine, in fase di acquisto, optiamo per prodotti realizzati con materiali sicuri, ove il rischio di rilascio di sostanze nocive è ridotto: alcuni esempi possono essere le borracce in acciaio inossidabile o quelle in plastica senza BPA, un additivo presente nella plastica che può rilasciare particelle tossiche in cibi e bevande.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…