Tredici persone persero la vita ed altre sessantasei rimasero ferite in uno scontro fra due treni verificatosi nel 1903 a Beano, frazione di Codroipo (Udine).
Una giornata d’agosto di inizio XX secolo viene ancora ricordata oggi, ad oltre 100 anni di distanza, per uno dei disastri ferroviari più gravi mai avvenuti nel nostro Paese. La tragedia si consumò a Beano, frazione di Codroipo (Udine).
Un convoglio che avrebbe dovuto raggiungere Belluno e su cui si trovavano numerosi militari si scontrò con un treno merci ordinario che viaggiava in senso opposto. L’incidente fu causato da un via libera dato prima del tempo. Ripercorriamo le fasi.
Erano le 22:00 del 27 agosto 1903 quando il primo treno, su cui viaggiavano i militari che avevano assistito alla visita di Vittorio Emanuele III e della consorte ad Udine, lasciò la stazione del capoluogo di provincia friulano.
Dopo 60 minuti, il convoglio militare giunse nella Paisan Schiavonesco, nota oggi come la stazione di Basiliano, per poi ripartire dopo una piccola sosta. Qui, l’errore fatale: il capotreno, infatti, non attese il via libera del capostazione e fece ripartire la tradotta militare. Poco dopo quest’ultima avrebbe dovuto incrociarsi con il treno merci a Codroipo, ma un dispaccio telegrafico avrebbe dovuto segnalare una variazione, ovvero che l’incrocio sarebbe avvenuto a Pasian, ma il macchinista del convoglio militare quella notte non notificò nulla.
Il capostazione di Pasian quella tragica notte non aveva seguito l’indicazione giusta, perché non aveva segnalato nessuna via impedita nella sua stazione. Questo avrebbe consentito al macchinista di entrare ad una velocità meno sostenuta e, dunque, di conseguenza anche a fermarsi. Così solo il convoglio avrebbe potuto attendere l’ordine per poter partire e successivamente continuato la sua corsa.
D’altra parte neanche il deviatore quella notte aveva segnalato il segnale di arresto del treno che invece era ripartito, eppure aveva ricevuto una notifica che segnalava lo spostamento d’incrocio. Così lo scontro fu inevitabile, il macchinista del treno merci si accorse che verso di lui viaggiava un altro treno e azionò immediatamente l’arresto, ma nulla riuscì ad evitare lo spaventoso urto. I due treni si accartocciarono in un groviglio di lamiere.
Due militari scesero dal treno e corsero per svariati metri, l’obiettivo era quello di avvisare i treni che potevano arrivare. Le campane poco dopo suonarono per avvisare la popolazione e per chiedere aiuto, chiunque si trovava o giunse sul posto prestò aiuto. Trascorse diverse ore sul teatro della sciagura arrivò il primo treno per prestare soccorso. Alla fine si contarono 13 vittime, tra cui diversi militari, e 66 feriti, alcuni dei quali trasportati in gravi condizioni in ospedale, dove il giorno dopo ricevettero la visita del Re e della consorte.
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