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Bee-Tourism: viaggiare green, cos’è la nuova tendenza

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Biodiversità, ecosistemi e catena alimentare sono le parole chiavi che racchiudono l’importanza delle api per la sopravvivenza della specie: ecco perché il bee-tourism va di moda.

bee-tourism api
L’importanza delle api: ecco perché è il bee-tourism va di moda (Canva) – Ecoo.it

Se il pungiglione delle api, in quanto insetti, può destare qualche preoccupazione, soprattutto in casi di reazione allergica alla loro puntura, questo tipo di animali sono in realtà alla base della sopravvivenza della nostra stessa specie. Le api, infatti, sono l’elemento più importante per l’equilibrio degli ecosistemi e della catena alimentare.

L’impollinazione di molteplici specie vegetali permette di fruire di un terzo della produzione di cibo, che rappresenta una grande fetta del fabbisogno mondiale. Per questo motivo la coltura delle api incarna una delle attività più importanti, la quale negli ultimi anni viene sempre più valorizzata dal bee-tourism, o meglio conosciuto come ‘turismo delle api’. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è il bee-tourism: l’apicoltura come meta di viaggio

La natura offre innumerevoli modi per usufruire delle sue bellezze, ma soprattutto per conoscere ed esplorare i processi naturali che sono alla base della nostra stessa sopravvivenza. Nel ciclo vitale, le api rappresentano in questo senso il tassello principale da cui si diparte la differenziazione e la stabilità degli ecosistemi, oltre che la garanzia di conservazione della biodiversità.

Le api, infatti, sono la specie più importante di impollinatori naturali senza le quali tutto il processo di coltivazione e produzione alimentare non sarebbe lo stesso. Come ben sappiamo, la riproduzione garantisce la continuità della specie. In quest’ottica l’impollinazione di fiori e specie vegetali da parte delle api assicura sia il nostro sostentamento che quello dell’ambiente. Se non ce ne fossero a sufficienza, si dovrebbe procedere con l’impollinazione manuale.

Cos’è il bee-tourism: l’apicoltura come meta di viaggio (Canva) – Ecoo.it

Questo significa che se la specie delle api non viene tutelata, la stessa specie umana ne risentirebbe scatenando così una reazione a catena. In questo senso la teoria è senza dubbio interessante, così come gli studi che vengono effettuati in questo campo, ma la pratica ha senza dubbio una valenza più affascinante oltre che estremamente utile.

Per questo negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede la moda del bee-tourismo. Organizzare un viaggio che ha come meta la visita di un’apicoltura, dove il personale specializzato si occupa dell’allevamento delle api, è una delle esperienze formative e immersive che consentono di toccare con mano l’importanza di questi insetti. E uno dei viaggi green più di tendenza.

Il miele non attira solo le api: il bee-tourism è il più richiesto

Il miele non attira solo le api: il bee-tourism è il più richiesto (Canva) – Ecoo.it

L’operosità delle api è molto nota non soltanto per la loro funzione impollinatrice, ma anche per la produzione di miele. Se si considera che, secondo i dati registrati dall’Osservatorio nazionale miele, la produzione italiana di miele ha raggiunto la soglia delle 26 tonnellate nel 2022 si può ben intuire come la filiera dell’apicoltura sia un fondamento anche nel nostro Paese. Bisogna però distinguere tra apicoltori autonomi e quelli di massa, oltre che dai grandi produttori ai piccoli apicoltori.

Molto spesso sono proprio gli apicoltori più modesti a portare avanti il turismo delle api attraverso delle visite guidate con degustazioni e illustrazione dei vari processi di produzione e allevamento. Nelle Dolomiti, ad esempio, ce ne sono molti e il loro turismo cresce sempre di più. Questo spiega anche come mai il Veneto svetta la classifica del maggior numero di apicoltori rappresentando circa il 13 % del totale italiano, come riportato dalla Banca Dati Apistica Nazionale, ed in particolare come mai di questi 9.200 apicoltori la gran parte sono tutti in autoconsumo. Ciò determina infatti un viaggio tra le api ancora più autentico, rispetto a quelli per usi e scopi commerciali.

Ma il bee-tourism non è una pratica solo nazionale. In particolar modo in Europa esistono tante realtà di apicoltura che attraggono i visitatori per la loro bellezza, ma anche per la loro rarità. Un esempio è la Slovenia, la quale non soltanto è l’unico Paese dell’Unione Europea ad aver protetto la propria ape autoctona, l’ape carniolana, ma è anche lo Stato che ha dato l’iniziativa all’Onu di promuovere la Giornata mondiale delle api il 20 maggio, nel giorno del compleanno dello sloveno Anton Jansa, considerato uno dei pionieri dell’apicoltura moderna su scala mondiale. Una giornata annuale dedicata al contributo che danno le api anche in termini di sostenibilità però non basta, per questo l’intento del bee-tourism è quello di sensibilizzare le persone il più possibile alla loro tutela e importanza.

Roberta Caiano

Figlia del Vesuvio dall'animo itinerante. Giornalista pubblicista per passione, escursionista di natura. Laureata in Teorie della comunicazione all'Università degli studi di Firenze, sono promotrice della sostenibilità e della bellezza in tutte le sue forme.

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