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Giardinaggio

Belladonna, la si può vedere spesso in giro: ma occhio è velenosa e tossica

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Nella variegata danza delle piante che popolano il nostro mondo naturale, molte sono dotate di bellezza e vantaggi, ma alcune celano un segreto oscuro.

Belladonna velenosa
Fiore (Foto da Canva) – Ecoo.it

Nonostante la loro apparizione innocua, molte piante sono velenose, rappresentando un pericolo reale per chiunque entri in contatto con esse. È cruciale saperle riconoscere e distinguere dalle varietà sicure per evitare rischi involontari.

Puoi incrociarle ovunque: nei giardini, nei boschi o ai bordi delle strade. È importante non solo astenersi dal consumarle, ma anche evitare il contatto diretto, poiché alcune specie possono causare gravi irritazioni cutanee.

Belladonna: il fiore velenoso

Hai mai sentito parlare della belladonna? Questa erbacea perenne può raggiungere un’altezza di 150 cm e il suo nome botanico deriva dal termine greco “Atropos”, in riferimento a una delle Moire, figure mitologiche associate al destino umano. L’atropina, un alcaloide che agisce sul sistema nervoso parasimpatico, è presente in questa pianta.

Tuttavia, l’aspetto ingannevole di questa pianta nasconde un pericolo mortale. I frutti della belladonna, simili ai mirtilli, possono risultare fatali se ingeriti. Appena 2-3 bacche possono essere letali per un bambino, mentre per un adulto le quantità necessarie aumentano a 10-15 bacche per causare danni.

Fiore (Foto da Canva) – Ecoo.it

I sintomi iniziali di avvelenamento includono nausea, vomito, tachicardia, ipo-salivazione e difficoltà nella deglutizione. Con il progredire dell’avvelenamento, si verificano alterazioni visive, delirio, convulsioni e coma profondo. La dilatazione delle pupille è uno dei sintomi meno gravi causati dall’atropina.

L’origine del nome

Bella donna (Foto da Canva) – Ecoo.it

Il termine comune “Belladonna” si riferisce al suo utilizzo durante il Rinascimento. Le donne usavano l’estratto di belladonna come collirio per dilatare le pupille, ottenendo uno sguardo più seducente. In dosi terapeutiche e sotto controllo medico, l’atropina viene talvolta utilizzata per trattare i sintomi del morbo di Parkinson, inibendo i centri motori che controllano i movimenti.

Un’altra pianta da non sottovalutare è l’oleandro, ampiamente utilizzato come pianta ornamentale. Tutte le parti dell’oleandro sono tossiche e l’ingestione delle foglie, spesso confuse con quelle dell’alloro, può causare avvelenamento. I sintomi iniziali includono nausea, vomito e malessere generale, spesso accompagnati da confusione mentale.

È fondamentale essere consapevoli delle piante velenose che possono attraversare il nostro cammino. Con la conoscenza e la prudenza, possiamo godere della bellezza della natura senza correre rischi. Presta attenzione alla tua flora locale, impara a riconoscere le specie pericolose e riserva il tuo meraviglioso senso di meraviglia per le meraviglie vegetali che non nascondono alcun pericolo.

Sophie Melfi

Laureata in lettere moderne, è nata e cresciuta tra il vento sapido del mare e i fiumi marchigiani. Appassionata di trekking e dei luoghi più incontaminati, tutti da scoprire. Sostiene progetti ecosostenibili locali con curiosità e ottimismo verso una nuova prospettiva planet-friendly.

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