C’è un dato allarmante: un terzo degli abitanti della Terra vive in una zona arida o semi arida. Ovvero senza acqua. Ovvero un bene primario che inizia a scarseggiare sempre di più. Per questo motivo la scienza è al lavoro per trovare soluzioni alternative per risolvere questo problema. Metodologie accessibili che tentano di recuperare acqua dall’aria. Un fattore sempre presente che ci circonda ricchissima, anche nelle zone a bassissima umidità, dell’acqua.
A provare a recuperare l’acqua dall’aria è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Austin. I texani hanno pubblicato su Nature Communications come con l’utilizzo della pellicola super-igroscopica si può recupera dell’acqua dall’aria. Si tratta di un materiale capace di trattenere molta acqua a un costo davvero competitivo: due dollari al chilo.
Non è la prima volta che l’Ateneo americano svolga questi studi. Non a caso in passato il gruppo di ricercatori aveva studiano un idrogel, da mettere nel terriccio, capace di estrarre l’acqua dall’aria. Una soluzione che permette alla pianta di autoalimentarsi senza necessitare di ulteriori irrigazioni.
Nel caso dell’idrogel però si basava su ambienti con una discreta umidità. Al contrario il nuovo progetto si basa su climi estremamente aridi, per provare ad ottenere acqua potabile. Il progetto si basa sull’utilizzo di polimeri di idrossipropilcellulosa e la gomma konjac, ovvero, una matrice gelatinosa. Questa infatti sfrutta la raccolta dell’aria evitando che l’acqua condensata possa evaporare.
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Si tratta di un sistema molto facile da costruire. Servono, infatti, solo i sali igroscopici, che cattureranno l’acqua, la gomma di konjac e i componenti del polimero in polvere che verranno sciolti nello stampo. Questo, senza nessun tipo di macchinario, diverrà una pellicola flessibile che potrà essere messo così facilmente su una superficie inclinata favorendo, così, la raccolta dell’acqua.
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Secondo lo studio, nello studio degli scienziati texani, in un clima molto arido, con un tasso di umidità di appena il 15% questo materiale secco garantisce 6 litri di acqua al giorno. Se l’umidità è al 30% invece arriva al 13 litri. Certo non è una quantità di acqua incredibile, ma in alcune zone può fare la differenza. Ma visto che i periodi di siccità durano sempre di più e che le zone deserte sono in aumento questo sistema potrebbe essere una prima soluzione per garantire acqua potabile per le zone con maggiori urgenze.
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