La biodiversità marina costituita da coralli e squali nel Mar Rosso è a rischio. È questo l’allarme lanciato da Marevivo, che, insieme all’Universita “Alma Mater” di Bologna e la nave sudanese Felicidad II, ha portato avanti uno specifico progetto, che ha avuto come obiettivo principale il monitoraggio del mar Rosso. I risultati dell’azione di controllo sono stati evidenti: i coralli e gli squali sono in pericolo. I primi a causa soprattutto dei mutamenti climatici, i secondi a causa della pesca rivolta proprio nei confronti di questa specie animale. Una questione da tenere in considerazione.
In questo modo, se non si interviene, si mettono a rischio gli equilibri naturali dell’ecosistema marino. Già alcune osservazioni precedenti avevano messo in evidenza che le barriere coralline del Giardino dei Coralli in Sudan sono a rischio. Ma l’allarme adesso si estende, coinvolgendo anche gli squali, i quali rappresentano un anello fondamentale della catena alimentare rintracciabile all’interno dell’ecosistema del mare.
Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, per ciò che concerne gli squali ha fatto notare:
Per quanto riguarda gli squali, le acque del Sudan sono ricchissime di esemplari della specie martello che però sono minacciati dal “finning” (“spinnamento”), la pratica del taglio della pinna dorsale, ad opera di imbarcazioni e pescherecci provenienti da oriente, luogo in cui viene consumata la zuppa a base di pinna di squalo.
Per conservare la biodiversità è stata elaborata persino una nuova teoria matematica. In ogni caso ciò che occorre è l’applicazione di strategie adeguate volte alla sostenibilità ambientale.
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