Tutelare la biodiversità significa anche cercare di ridurre il rischio di estinzione per le piante. E a quanto pare questo rischio c’è, almeno per una pianta su cinque. È questa la conclusione a cui è giunto uno studio portato avanti dal Royal Botanic Gardens, Kew, dal Natural History Museum di Londra e dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Una minaccia che va affrontata in maniera consapevole e mediante la messa in atto delle giuste strategie in nome della tutela ambientale e dell’ecosistema. Anche perché l’azione dell’uomo è responsabile di questo pericolo.
Quella della tutela ambientale non è una questione che può passare inosservata. La natura ha bisogno di essere protetta dai comportamenti sconsiderati degli uomini, che spesso non tengono conto dei danni ambientali che possono provocare. Gli studiosi hanno esaminato numerose specie di vegetali, raccogliendo su di esse precise informazioni botaniche. Attraverso appositi confronti e analisi hanno potuto delineare un quadro chiaro sul rischio di estinzione che interessa le piante conosciute.
Le piante sono a rischio soprattutto perché stanno perdendo il loro habitat a causa del fatto che l’uomo sta sempre più convertendo gli ambienti naturali in spazi dedicati all’agricoltura e all’allevamento. Le piante più a rischio sono le gimnosperme e quelle che fanno parte della foresta pluviale tropicale. Una sostenibilità ambientale delle azioni umane che non sembra sia riuscita in tutto. Non si può non recepire l’appello lanciato dal professor Stephen Hopper, direttore del Royal Botanic Gardens:
Non possiamo stare a guardare le specie vegetali che spariscono. Le piante sono la base di tutta la vita sulla Terra, forniscono aria pulita, acqua, cibo e carburante. Tutta la vita degli animali e uccelli dipende da loro, e così anche noi.