Le bioplastiche ormai non sono solo il prodotto del futuro, ma anche del presente. I sacchetti della spesa sono biodegradabili da diversi anni. Dal 14 gennaio scorso, inoltre, stoviglie e bicchieri in plastica monouso sono stati aboliti dal mercato, consentendo solo la vendita delle scorte. Sul banchi del supermercato si trovano quindi solo prodotti di plastica biodegradabile, e quindi riciclabile. Tant’è che vengono comunemente gettati nel contenitore dell’umido, assieme agli scarti alimentari.
Tuttavia una ricerca del CNR ha messo in discussione questa enorme differenza tra le plastiche tradizionali e le bioplastiche. La ricercatrice Silvia Merlino, del CNR e responsabile del progetto di ricerca sulle bioplastiche ha ribadito che “data l’altissima diffusione di questi materiali, è importante essere consapevoli dei rischi ambientali che l’utilizzo della bioplastica pone, se dispersa o non opportunamente conferita per lo smaltimento: è necessario informare correttamente”.
A 10 metri di profondità nella Baia di Santa Teresa nel Golfo della Spezia, i ricercatori hanno condotto l’esperimento, nell’ambito del progetto Laboratorio Mare del Distretto ligure per le tecnologie marine, a cui ha collaborato anche l’Istituto Idrografico della Marina e l’Enea. Grazie all’aiuto del Centro nautico locale, i sommozzatori hanno posto sul fondale marittimo delle gabbie contenenti plastica e bioplastica. Sono state installate delle vasche contenenti sabbia per simulare l’ambiente naturale della spiaggia.
L’esperimento è ancora in corso, e terminerà nel 2023, ma nei primi 6 mesi si è osservato come i polimeri della plastica tradizionale e quelli della bioplastica, sono “invecchiati” allo stesso modo. In sostanza il processo di degradazione della bioplastica non è risultato essere più rapido rispetto a quello della plastica tradizionale. E da qui nascono diverse domande. Soprattutto sull’aumento della produzione di plastica bio che ormai ha completamente sostituito quella classica.
Davvero è più ecosostenibile? Dai primi risultati sembrerebbe di no, o meglio, la plastica bio può essere compostata, ma se non adeguatamente riciclata può causare danni ambientali pari alla plastica tradizionale. E questo non è un bene per il mercato in ascesa ed in particolare per i consumatori che credono di aver fatto una scelta sostenibile.
Conclude Marina Locritani, ricercatrice e co-coordinatrice del progetto: “Questo studio mette in luce l’importanza di una corretta informazione riguardo alla plastica biodegradabile, soprattutto dopo lo stop alla plastica usa e getta in vigore in Italia dal gennaio 2021 in attuazione della direttiva europea ‘Single use plastic’, che ha portato alla progressiva commercializzazione di prodotti monouso in plastica biodegradabile, come i polimeri presi in esame”.
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