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Birra alla balena: l'ultimo triste sfruttamento animale [VIDEO]

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Birra alla balena: siamo di fronte ad un altro episodio di sfruttamento animale. Un caso orribile, che è stato presentato come una strategia del marketing. Il birrificio Stedjar ha deciso di mettere mano al processo di produzione di una particolare birra, ricavata proprio dalla carne di balena. Il tutto in occasione della prossima festa di Thor, che si svolgerà in Islanda.

Le caratteristiche della birra
Gli esperti hanno spiegato che la carne del cetaceo viene utilizzata per arricchire di proteine la birra durante la fermentazione. I produttori si dichiarano orgogliosi di questa loro strategia, perché hanno sottolineato che ciò che se ne ottiene consisterebbe in un prodotto più sano, senza zuccheri e con un contenuto molto basso di grassi. La birra di balena arriva a 5,2 gradi di gradazione alcolica e la pubblicità la presenta come “roba da veri vichinghi”. Per Dabjartur Arilusson, capo della società produttrice, l’uso di questa bevanda così alternativa non rappresenterebbe niente di immorale, anche perché avrebbe chiarito come, nel corso della festa dedicata al dio Odino, la carne di balena avrebbe sempre rappresentato uno degli ingredienti essenziali. Questa particolare bevanda avrà una vendita limitata, dal 24 gennaio al 22 febbraio, proprio in coincidenza con le festività che interessano tutto il Paese. Secondo le dichiarazioni dell’azienda, la birra non sarà esportata, ma resterebbe soltanto a disposizione del consumo locale.
Le reazioni
Gli animalisti hanno avuto delle reazioni forti nei confronti della decisione di mettere a punto questa birra. In particolare la Whale & Dolphin Conservation (Wdc) ha fatto sentire la propria voce, giudicando il tutto sia immorale che scandaloso. Gli esponenti dell’organizzazione hanno fatto notare come la balena sia un animale capace di vivere anche per 90 anni: è veramente indecoroso renderla un ingrediente di una bevanda alcolica. Così hanno commentato i responsabili della Wdc. Secondo gli ambientalisti, la produzione di birra alla balena sarebbe una trovata, per riuscire a rimediare alle vendite di carne del noto cetaceo, che negli ultimi tempi sono in calo. Inoltre in questo modo si andrebbe a giustificare la caccia impietosa nei confronti di un animale in via d’estinzione.
Ad essere coinvolta nella produzione della birra è, infatti, la Hvalur, una società che è conosciuta per cercare tutti i metodi per far alzare le vendite della carne della povera bestia. L’anno scorso era stato lanciato anche un cibo per cani proprio utilizzando queste carni. Tra l’altro non è da dimenticare che questa società di baleniere ha anche una flotta di pescherecci, che navigano sul circolo polare con carburanti che sarebbero ricavati proprio dall’olio contenuto nelle pinne di vittime animali innocenti. Sul sito della Wdc si può leggere tutta la preoccupazione riguardo a questa trovata commerciale. Il gruppo ambientalista riporta con grande clamore le dichiarazioni del proprietario del birrificio e mette l’accento sul tentativo di giustificazione da parte dello stesso Arilusson. La Whale & Dolphin Conservation spiega come sia abituata a questo fenomeno della caccia disperata a nuovi sbocchi in un mercato che va a danno dei cetacei, un settore sempre più in declino, perché ci sono sempre meno persone disposte ad includere nella loro alimentazione la carne di questi poveri animali.
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Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Ecoo dal 2010 al 2019, occupandosi di alimentazione sana, riciclo creativo ed ecologia.

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