Cos’è
Il bisfenolo A è un composto organico, il cui nome tecnico è 2,2-bis(4-idrossifenil)propano. Questo composto viene usato soprattutto nella sintesi di materie plastiche e di additivi plastici. Si rivela fondamentale nella produzione di resine epossidiche e nel policarbonato. Per la salute umana è dannoso, se assunto in dosi notevoli rispetto al peso corporeo, perché interviene sul sistema endocrino e sul sistema nervoso, comportandosi come un estrogeno. Da notare che il BPA può essere rilasciato anche dal policarbonato o da resine epossidiche in presenza di calore o di liquidi acidi.
Dove si trova
Il bisfenolo A si può trovare in tutte le materie plastiche. Comunemente lo ritroviamo nelle bottiglie di plastica e nei biberon, ma anche nel rivestimento di diversi prodotti alimentari, che vengono contenuti all’interno di strutture di alluminio, al pari delle lattine per le bibite. I risultati di numerose ricerche in questo senso mettono in evidenza che specialmente i bambini che mangiano più porzioni al giorno di cibi in scatola dovrebbero essere oggetto di attenzione, perché finiscono con l’assorbire una dose massiccia di questa sostanza. Anche l’Unione dei Consumatori si è occupata della questione, rintracciando disfunzioni ormonali, danni all’apparato cardiovascolare e diabete. In certi casi viene usato come antiossidante nei plastificanti, anche se nei vari Paesi ci sono delle disposizioni molto differenti, soprattutto sui livelli che la legge stabilisce che non si dovrebbero superare.
Perché è pericoloso
Diversi studi effettuati sul bisfenolo A, come, per esempio, una ricerca della Duke University, hanno messo in evidenza che il composto avrebbe un ruolo non secondario nello sviluppo del tumore al seno e nella sua resistenza alla chemioterapia. I ricercatori hanno sottolineato che non soltanto il BPA potrebbe rappresentare uno dei fattori di rischio per la comparsa del cancro, ma interverrebbe anche sull’azione svolta dai farmaci, rendendoli inutili a mettere in atto una terapia efficace, permettendo alle cellule malate di svilupparsi. La sostanza in questione interviene sul sistema nervoso, potrebbe provocare lo sviluppo del diabete ed interferisce con il funzionamento normale del sistema ormonale. In particolare questo composto potrebbe danneggiare il processo di segnalazione cellulare, perché, quando viene assorbito dal nostro organismo, tende a disattivare alcuni enzimi, che hanno un ruolo chiave nel controllare e raccogliere tutti i segnali cellulari. Il risultato è quello di un’accelerazione del processo di produzione delle cellule, che potrebbe evolvere proprio nello sviluppo di un tumore.
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