I cittadini devono prepararsi ad un aumento del prezzo del gas che secondo gli analisti potrebbe sfiorare il 60% in più. Cosa sta succedendo.
Le utenze pesano sempre di più sull’economia familiare. Nel senso letterale del termine. Da quando le forniture di luce e gas hanno iniziato ad oscillare, con movimenti principalmente verso l’alto, l’incertezza generale è stata esasperata. La conseguenza? Ancora più precarietà e senso di disagio. Non si possono scindere le crisi economiche e quelle sociali di un Paese, anche se spesso non accadono nello stesso momento, ma sono una causa e conseguenze dell’altra e viceversa. Quello che stupisce è che i Governi continuino ad affidare tutto al libero mercato, senza imporre dei limiti alle speculazioni delle aziende di fornitura.
E la conseguenza è che quando si pensa di essersi liberati dell’incubo del caro bollette di luce e gas esso si ripropone, in maniera inaspettata, come una fiammata. È quanto pare ci si debba attendere per l’utenza del gas nel mese di settembre. È stato pronosticato un aumento del 60%, che può far raggiungere i 43 euro al megawattora. Prezzo piuttosto alto, ma non così tanto se si pensa che nel 2022 la fornitura aveva raggiunto i 340 euro al megawattora.
Spesso si tratta di un passare la palla continuo. Senza dubbio nella primavera del 2022 il conflitto russo ucraino ha inciso non poco sui rincari delle materie prime, in particolare del gas. Le conseguenze immediate sono state delle politiche europee per affrancarsi dal mercato russo. Ed in parte hanno sortito i loro effetti. In più, sono state messe in campo dai vari stati membri delle manovre per contenere il costo della bolletta finale, imponendo i tagli sulle accise.
Anche se non determinante, è stato un aiuto. Mentre l’attuale governo Meloni ha deciso di non contrastare in alcun modo il rialzo delle bollette con delle misure ad hoc. Gli unici che potranno beneficiare di sostegni sono i beneficiari del cosiddetto bonus bollette, che si chiama bonus sociale. Ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 15mila euro viene applicato un piccolo sconto in bolletta. Tuttavia il rialzo del prezzo del gas per il 2023 non è imputabile alla guerra. Bensì, come sostengono gli analisti, alle politiche speculative delle aziende di fornitura.
Ciò di cui si parla copiosamente è l’avvicendamento energetico verso lo sfruttamento di fonti rinnovabili ed abbandonando quelle non rinnovabili. Prospettiva encomiabile, ma difficilmente conciliabile con le politiche che contano sull’aumento dei consumi per risollevare le sorti del Pil dei Paesi. In definitiva, una prospettiva ecologica al 100% non può e non deve foraggiare l’aumento dei consumi, che come il termine stesso dice, ‘consumano’, erodono, sottraggono. Anche se si tratta di materie prime rinnovabili. La coperta è sempre troppo corta.
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