Bonsai: perché si coltivano in ciotola? Ecco svelato il mistero della tradizione giapponese
Coltivare un albero a dimensione ridotta non è impresa facile, soprattutto se si pensa al grado di fedeltà nei riguardi dell’aspetto delle specie coltivate invece a grandezza naturale che i piccoli alberi coltivati in ciotola manifestano. Mantenere un albero “nano” richiede cura e attenzione, guida costante e concentrazione. Sebbene la tecnica della coltivazione del bonsai sia diffusissima e ancora in auge in Giappone, è in Cina che nasce.
Alla base della coltivazione c’è, come accennato, un principio meditativo profondo ispirato all’insegnamento buddhista. La concentrazione necessaria indirizza il focus del coltivatore sui propri pensieri che quindi verranno inclusi in una pratica meditativa che richiama in prima istanza le pratiche zen. Il lavoro da attuare sull’albero di bonsai è in costante evoluzione e non può fermarsi: l’albero produrrà sempre nuovi germogli su cui andare ad operare.
Bonsai: l’arte della coltivazione in miniatura. Come muoversi passo dopo passo
Contrariamente a quanto si possa pensare, coltivare un bonsai non è difficile. Partendo dal terreno adatto devi sapere che dovrà essere composta da materiali diversi: perlite, fibra di cocco e compost. Mescola bene gli ingredienti per creare un terreno ben equilibrato. Se hai intenzione di rinvasare il tuo bonsai estrailo dolcemente avendo cura di liberare le radici da eventuali blocchi di terra formatisi.
Poni il bonsai nel nuovo vaso dove aver adagiato sul fondo una manciata di terreno composto dai precedenti elementi. Bagna il tutto con un fertilizzante naturale mischiato con acqua. Posiziona il bonsai in un punto ben luminoso e caldo: in estate potrai metterlo all’aperto. Dovrai innaffiarlo almeno una volta ogni 3 giorni e, in estate, puoi servirti di un nebulizzatore per inumidirne la chioma.