Gli alberi in miniatura, i cosiddetti bonsai, sono sempre più amati. La loro coltivazione è impegnativa e richiede notevoli attenzioni
Sono davvero moltissime le specie botaniche che possono essere educate come Bonsai. Si tratta di specie che in natura si presentano come alberi o arbusti e possono provenire da ambienti climatici anche molto diversi fra loro. Tra le specie più conosciute, quelle che si incontrano pù frequentemente provengono dalla Cina o dal Giappone, dove è nata l’arte degli alberi in miniatura. Tuttavia è abbastanza comune trovare bonsai ottenuti con specie autoctone.
Un’abitudine consolidata è che le piante sia suddivise in base alla possibilità di posizionamento delle diverse specie nei nostri climi. In Italia, la suddivisione per piante da esterno e da interno varia in base alla Regione in cui la pianta è coltivata, se al Centro-Sud o al Nord. Ve ne sono tre specie che però sono apprezzatissime da molti amatori.
Il Ficus, della famiglia delle Moraceae proviene dalle foreste tropicali del Sud-est asiatico ed è stato introdotti in Europa in tempi diversi. Caratteristica comune di queste piante è la produzione di lattice bianco, colloso nel punto di distacco di qualche parte vegetativa. Va posizionato in luoghi con luce molto intensa e con temperature mai inferiori ai 12 gradi.
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L’Acero, della famiglia delle aceraceae, è dotato di numerose specie. Per la produzione del bonsai vengono per lo più usate quelle di origine asiatica, in particolare provenienti dalla Cina. Prevede un’esposizione in pieno sole. Le sue radici, ricche di acqua, sono molto sensibili al gelo e vanno protette durante l’anno.
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Il Pino, della famiglia delle Pinaceae, è un genere che è stato educato a Bonsai negli anni. Le specie più comuni prendono il nome dalla struttura caratteristica degli aghi raccolti in gruppetti di cinque. Una specie che origina dal Giappone ma che si presta a lavorazioni e modellamenti di forme particolari.
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