Il bonus ambiente è finalmente su una piattaforma on line. Lo annuncia con orgoglio il Mise che spiega allo stesso tempo il funzionamento della detrazione fiscale
Il PNRR ha inserito tra le sue priorità la transizione ecologica ed energetica. Questo è possibile ricostituendo tutto il sistema di gestione dell’ambiente e delle energie a partire dalle reti locali, per arrivare all’intero territorio nazionale. A questo scopo sono stati promossi numerosi bonus verdi per incentivare il singolo cittadino a sopportare gli obiettivi pubblici, a fronte di una detrazione fiscale.
A aprtire dagli incentivi per l’acquisto di nuove auto, dal superbonus per l’efficientamento energetico, ed altri bonus per le ristrutturazioni degli edifici e la riqualificazione degli spazi verdi. Questa volta si parla di un meccanismo completamente differente. Ed èspiegato nel dettaglio sulla nuova piattaforma dell’eco bonus che finalmente è arrivata online. Ci sono un po’ voluti ben quattro anni dalla carta al portale, dato che l’iniziativa è stata messa in piedi nel 2019.
Questa volta non si tratta della spesa di un cittadino che poi verrà rimborsata successivamente dallo stato tramite credito d’imposta, ma di un meccanismo quasi opposto. Investendo denaro per la tutela dell’ambiente, il cittadino non riceve bensì finanzia dei progetti pubblici. A seguito di ciò, può richiedere un 65% di credito d’imposta sulla cifra erogata. Dunque il portale chiede al cittadino di partecipare economicamente alla riqualificazione delle aree verdi pubbliche, a fronte di un ecobonus successivo. Questo beneficio può essere richiesto per le erogazioni a partire dal 2018, dato che la legge è del 2019.
Dopo il debutto del portale sul web, è possibile avere la lista degli interventi per i quali si può richiedere l’eco bonus. Vi possono partecipare sia persone fisiche che enti non commerciali, ed anche i titolari di imprese ma per una quota minore. Gli interventi che possono essere finanziati riguardano la bonifica ambientale, ovvero il risanamento delle aree contaminate ed inquinate. La rimozione dell’amianto dagli edifici che è purtroppo ancora presente nel territorio italiano. La prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico. La realizzazione o la ristrutturazione di aree verdi attrezzate. Ed infine il recupero delle aree dismesse allo scopo di riqualificare e rigenerare delle aree che per il momento non hanno alcuna destinazione utile per la collettività. L’elenco completo sul portale del Mise.
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