Un imprenditore statunitense ha deciso di interrompere il trattamento anti-età, iniziato alcuni mesi fa e che prevedeva di farsi iniettare del plasma del figlio.
Alcuni mesi fa un imprenditore statunitense aveva avviato un progetto per individuare un trattamento per rallentare l’invecchiamento. La ricerca, che ha coinvolto anche un team di 30 medici, nel dettaglio, prevedeva uno scambio di sangue trigenerazionale tra lo stesso imprenditore, il figlio di 17 anni ed il padre 70enne.
Qualche giorno fa, però, lo stesso magnate statunitense ha dichiarato di aver sospeso il processo in quanto non sarebbero stati rilevati benefici. I tanto sperati risultati non sono, dunque, arrivati nonostante la cifra spesa per il progetto.
Si fa iniettare il sangue del figlio per non invecchiare: il progetto dell’imprenditore
Bryan Johnson, ricco imprenditore californiano di 45 anni, ha annunciato di aver sospeso il trattamento anti-età che aveva avviato nei mesi scorsi per cercare di trovare una sorta di elisir per la giovinezza eterna.
Johnson, difatti, alcuni mesi fa aveva avviato quello che è stato ribattezzato come Blueprint Project, ossia una ricerca che ha visto impegnata anche un’equipe composta da 30 medici per scoprire una “cura” al processo di invecchiamento. In particolare, come riporta la redazione del Daily Mail, per alcuni mesi è stato effettuato scambio trigenerazionale di plasma: il magnate statunitense si è fatto iniettare un litro di plasma al mese del figlio 17enne, mentre una stessa quantità di plasma dello stesso Johnson è stato iniettato al padre Richard, di 70 anni.
Il processo prevedeva anche una dieta rigida, con un consumo di 1.977 calorie giornaliere, esercizio fisico per un’ora al giorno ed il monitoraggio da parte dei medici delle condizioni di Johnson che valutavano tutti i parametri e le parti del corpo per circa due anni in totale.
“Nessun beneficio rilevato”
Dopo circa sei mesi, però, come spiegato dallo stesso imprenditore californiano, il progetto è stato interrotto poiché non sarebbero stati rilevati benefici provenienti dal trattamento. La ricerca sarebbe costata circa due milioni di dollari all’anno. Tutto sarebbe iniziato dopo il divorzio tra il 45enne e la moglie quando l’imprenditore era in sovrappeso di circa 30 chili e pare avesse iniziato a soffrire di depressione.