Delle fave non si consuma soltanto l’interno, ma anche la buccia esterna può essere riutilizzata in cucina. In che maniera.
Le fave sono un alimento strettamente legato alla stagione. In Italia, evocano il mese di maggio, ed in particolare sono molto utilizzate nei picnic della festa del primo Maggio, accompagnate dal pecorino, un formaggio piuttosto saporito. Solo che non tutti possono mangiare le fave. Il favismo è una delle patologie più diffuse nel Mediterraneo, in particolare nell’isola della Sardegna. Per questo motivo ogni volta che si entra in un supermercato in primavera, si trova al di fuori un cartello con scritto “in questo esercizio si vendono fave”.
Ciò consente a chi soffre di favismo di fare attenzione. È un oblbigo di legge. Difatti anche soltanto respirare l’aria di un ambiente saturo di fave, può causare una reazione allergica a chi ne soffre. A parte il problema del favismo, uno dei problemi delle fave è legato al suo consumo. Ogni baccello va accuratamente sbucciato, ed alla fine il suo peso iniziale corrisponde molto poco al netto del prodotto pronto per essere cucinato.
Ci sono persone che del frutto della fava mangiano tutto, altri invece che la aprono ulteriormente e ne gettano la buccia, consumando soltanto la piccola parte interna, che senza dubbio è più dolce del rivestimento esterno. Con un enorme spreco di materia prima, assolutamente commestibile ed anche buona da mangiare. Le fave si consumano anche cotte, in particolare con la tipica ricetta della vignarola, di origine centro meridionale, dove vengono stufate insieme tutte le verdure fresche che si trovano in quel periodo dell’anno, ovvero fave fresche, piselli freschi, carciofi ed anche lattuga.
A rappresentare tutto ciò che si trova spontaneamente all’interno della vigna. Uno dei problemi legati al consumo delle fave è il grande spreco del baccello, che finisce inevitabilmente nell’umido. Ed invece c’è un’altra opzione. Ad esempio, se si acquista un chilo di fave, al momento di pesare soltanto i piccoli frutti interni, probabilmente la quantità sarà ridotta quasi della metà.
Anche la parte esterna delle fave, che solitamente viene gettata, può essere commestibile. L’importante è lavare bene il baccello, togliere i filamenti e i peduncoli all’estremità. A questo punto la parte esterna può essere sbollentata per 5 minuti, e poi essere utilizzata nelle ricette in cui è presente anche il frutto della fava. Oppure in purezza ripassando la buccia delle fave in padella con aglio olio e peperoncino. È necessario farla bollire prima di cuocerla per evitare che sia troppo dura.
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