Nella buccia della frutta si trova la maggior parte dei nutrienti eppure spesso è contaminata da pesticidi, come nel caso delle mele.
Avete mai sentito qualche nutrizionista dire che è nella buccia della frutta che si trova la maggior parte dei nutrienti? Ebbene, questa è una verità universale, che però ci pone davanti a un dubbio. Cioè: come facciamo a conciliare il fatto che nella buccia della frutta si trovi la maggior parte dei nutrienti con la consapevolezza che spesso vi rimangano tracce dei pesticidi residui dalle coltivazioni?
Si tratta di un dubbio annoso, che non sempre riusciamo a sciogliere e che ci pone davanti a un dilemma importante: meglio un più alto apporto di nutrienti o evitare di ingerire alimenti contaminati? A questa questione si può poi aggiungere quella dello spreco alimentare. Eliminare la buccia dei frutti anche quando quest’ultima è commestibile comporta indubbiamente uno spreco, poiché così facendo andiamo a buttare una cosa che si potrebbe mangiare.
Le mele sono ricche di fibre, soprattutto nella buccia, ma c’è un ma…
Prendiamo ad esempio le mele: nella buccia, che è del tutto commestibile, si trovano vitamine, minerali e soprattutto fibre. Consumare una buccia con la mela può infatti darci un apporto di circa 4 grammi di fibre, utili al nostro organismo da diversi punti di vista.
Le fibre migliorano infatti il transito intestinale, prolungano il senso di sazietà rallentando la digestione e riducono l’assorbimento di grassi e zuccheri nel sangue. Nella mela, ad esempio, si trova un’alta concentrazione di pectina, una fibra solubile che spesso viene estratta da questi frutti per preparare integratori alimentari.
Troppi pesticidi sulla buccia delle mele: come consumarle per stare sicuri
Allo stesso tempo, però, sulla buccia si trovano spesso residui di pesticidi, che possono risultare estremamente dannosi per il nostro organismo. Ma non solo! Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nano Letters dell’American Chemical Society, infatti, i pesticidi possono arrivare a contaminare anche parte della polpa, fino a una profondità di circa 30 micrometri, corrispondenti a circa 2 millimetri.
In altre parole eliminare lo strato superficiale della buccia non è sufficiente a proteggerci dai pesticidi e, per stare sicuri, bisogna andare a eliminare anche la parte più esterna della polpa. Lavare la frutta sotto l’acqua, inoltre, non basta a ripararci da questo rischio. Ma allora cosa bisogna fare?
A questa domanda hanno risposto i ricercatori: “Considerando che lo strato di polpa che si perde durante la normale sbucciatura è in media superiore ai 30 micrometri riteniamo che l’operazione possa evitare efficacemente i pesticidi presenti sulla buccia del frutto e nel primo strato di polpa“.