Un recente studio, condotto da alcuni esperti, ha analizzato gli effetti degli incendi sul buco dell’ozono facendo emergere dati preoccupanti.
L’inquinamento è un argomento ormai all’ordine del giorno con i vari Governi che cercano soluzioni per ridurre le emissioni ed arrivare alla neutralità climatica. Tra le varie problematiche provocate dalle sostanze inquinanti anche il buco dell’ozono, ossia riduzione dello spessore dello strato di ozono nell’atmosfera.
Molte sono le notizie che riguardano il buco dell’ozono, a volte si tratta di notizie positive, altre, invece, negative. In merito, proprio di recente, è arrivato un nuovo studio che esamina gli effetti sullo strato di ozono degli incendi.
Devastanti incendi si sono registrati negli ultimi anni, come quelli in Australia o nella Foresta Amazzonica, in Brasile. Una recente analisi, pubblicata sulla rivista specializzata Nature, ha esaminato gli effetti di questi roghi sul buco dell’ozono.
Gli esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit), esaminando in particolare gli incendi avvenuti in Australia tra il 2019 ed il 2020, hanno lanciato l’allarme per quanto concerne anche il cambiamento climatico. Roghi del genere, difatti, non andrebbero assolutamente sottovalutati e potrebbero influire sul buco dell’ozono rallentandone il processo di chiusura.
Nel dettaglio, gli incendi avvenuti tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, hanno rilasciato nell’aria circa 1 milione di tonnellate di fumo ed hanno distrutto 60 milioni di ettari di vegetazione. Questo, secondo gli scienziati, avrebbe prodotto riduzione compresa tra il 3 ed il 5% dello strato di ozono alle medie latitudini nell’emisfero australe. Il fumo avrebbe anche allargato il buco dell’ozono nella zona antartica di 2,5 milioni di chilometri quadrati, ovvero del 10% in più rispetto all’anno precedente.
Inoltre è stato evidenziato come gli incendi abbiano provocato cali dei livelli di acido cloridrico nell’aria con una crescita di quelli di monossido di cloro.
Negli ultimi mesi, secondo quanto hanno spiegato Le Nazioni Unite, è stato riferito che il buco dell’ozono avrebbe iniziato a chiudersi stimando che lo strato d’ozono potrebbe essere rispristinarsi in pochi decenni, intorno al 2040. Secondo il Mit, però, queste previsioni potrebbero essere disattese se dovessero ancora rilasciate le sostanze chimiche prodotte da incendi devastanti come quelli verificatisi in Australia tre anni fa.
IL TG DI WWW.ECOO.IT
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…