Tra cadaveri e sporcizia, inchiesta choc: cosa subiscono le galline

Da un’inchiesta sono emersi risultati a dir poco scioccanti: gli allevamenti italiani costringono le galline a delle atrocità senza precedenti 

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Gallina (Foto da Pixabay)

Gli allevamenti italiani, dove le galline vengono sfruttate per produrre le uova che ogni giorno sono esposte in vendita in negozi e supermercati, sono stati oggetto di un’indagine che ha rivelato realtà sconvolgenti. Le condizioni di vita e d’igiene di questi animali lasciano a bocca aperta, sono scioccanti. L’orrore che si nasconde dietro le quinte di quello che portiamo a tavola è talvolta raccapricciante.

L’inchiesta è firmata End The Cage Age. La coalizione ha indagato negli stabilimenti di galline ovaiole situati nel Nord Italia. In seguito, la Lega Anti Vivisezione (LAV) ha provveduto a diffondere le immagini. L’obiettivo è quello di ampliare la protesta che richiede la fine dell’era delle gabbie. Senza dubbio, le foto mostrate colpiscono nel segno chiunque: le galline vivono in condizioni inaccettabili che le portano a subire gravi conseguenze sia dal punto di vista della salute fisica che mentale.

Galline negli allevamenti italiani: l’inchiesta rivela qualcosa di scioccante

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Gallina (Foto da Pixabay)

Gli allevamenti di galline ovaiole si presentano come vere e proprie fabbriche nelle quali gli animali vivono in condizioni di grave privazione. Sono costretti a subire sofferenze e situazioni igienico-sanitarie pesantemente inadeguate. Le foto non lasciano spazio all’immaginazione: ci sono carcasse lasciate a contatto con animali vivi e uova per un tempo che va dalle 24 ore a qualche settimana.

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Questo comporta un’elevata diffusione delle infezioni. Uova e galline, vive o morte, risultano affette da gastroenterite e infestazione da acari rossi. Gli animali vengono poi lasciati senza cure mediche e sempre a stretto contatto con gli altri. Diversi esemplari hanno riportato i sintomi della ritenzione dell’uovo, che porta ad una morte in tempi molto rapidi se non trattata. Le gabbie di dimensioni ridotte, inoltre, portano le galline ad avere malformazioni alle zampe.

L’inadeguato sistema di pulizia porta anche il contatto tra animali e uova con le loro stesse deiezioni. Il pericolo si estende ben oltre la singola gallina: anche chi mangia l’uovo corre dei rischi, considerando la sua permanenza in un terreno ideale per il contagio di virus quali l’aviaria.

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La LAV prosegue incessante la sua battaglia, cercando di far comprendere agli allevatori che le gabbie non sono ideali per il benessere degli animali. Una costrizione del genere porta l’animale a privarsi dei suoi istinti naturali e il forte grado di stress sfocia in una grande aggressività, che le galline manifestano con plumofagia e cannibalismo, a loro volta causa di lesioni e ferite.

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