Una pallina di caffè compostabile al posto delle capsule tipo Nespresso può contribuire enormemente a una migliore gestione dei rifiuti e a diminuire l’impatto ambientale sui consumi.
Può una semplice pallina aiutare l’ambiente? La risposta è sì. Questa volta la pallina in questione proviene dalla creazione di un gruppo tedesco, la CoffeeB- Cafè Royal , il quale ha messo a punto un sostituto delle cialde e capsule per le macchinette del caffè modello Nespresso che sia compostabile e naturale. Ogni anno, vengono prodotte oltre 10mila tonnellate di capsule e di cialde per il caffè. Da quando la Nestlè, con il Nespresso, ha importato anche in Italia questo modo differente di fare il caffè, che non è né l’espresso del bar né tantomeno la moka casalinga, l’elettrodomestico ha subito preso piede sia nelle case che negli uffici o negli edifici pubblici.
In 10 secondi il caffè è pronto, e la qualità sembra buona. Inoltre, ogni singola saldo capsula può avere un gusto diverso per sperimentare diverse tipologie di caffè. Il problema si può porre da un punto di vista salutare e soprattutto ambientale. Alcuni studiosi hanno suggerito che il surriscaldamento delle capsule di alluminio a tale temperatura può contaminare la bevanda con delle particelle non esattamente salutari per il corpo umano.
Oltre 100mila tonnellate di capsule inquinanti l’anno sono una cifra affatto trascurabile. Tanto più che le scorie finiscono direttamente nelle discariche o a volte anche nelle falde acquifere. L’inquinamento derivato da questo modo di fare il caffè monouso, è assolutamente contrario alle pratiche in divenire, che dovrebbero essere il più possibili ecosostenibili. Ed allora arriva la pallina di caffè compostabile.
All’interno la miscela rimane la stessa del caffè in capsula o in cialda. Con la differenza che dopo aver sorseggiato la bevanda, ciò che ne rimane può essere tranquillamente gettato nel contenitore dell’umido o altrimenti anche utilizzato come nutriente per le piante. Una sperimentazione da parte di CoffeeB- Cafè Royal piuttosto rivoluzionaria. Non nel senso che il prodotto in sé sia innovativo, ma lo è su scala industriale. Difatti esistono molte alternative ecosostenibili sui consumi alimentari, ma sono solitamente portate avanti da iniziative private o di distribuzione piuttosto ristretta.
Sarebbe bello che quando una situazione ecosostenibile riuscisse ad emergere sul mercato essa si imponesse subito come soluzione unica. Tuttavia la competizione da parte di chi ancora produce cialde a base di alluminio o prodotti non riciclabili quali la plastica, non non consente ad un prodotto ecosostenibile di essere l’unico possibile sul mercato. Ed allora il passo successivo lo deve fare il consumatore.
Qual è il valore principale che muove le scelte di consumo nel settore alimentare? Senza dubbio in cima alla lista c’è il risparmio economico. Tuttavia se si cercasse di incentivare maggiormente il consumo sostenibile, esso potrebbe concedersi prezzi più competitivi. In parole povere: un prodotto di mercato diffuso su larga scala alla fine costa meno. Se rimane una merce di nicchia, invece andrà a finire nel dispense soltanto di chi può permettersi una spesa ricercata e esclusiva.
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