Crisi quasi senza precedenti per la Regione Calabria, con uno stato di emergenza dettato dalla scarsità pressoché totale di acqua. Il quadro è nefasto per tutto il Meridione.
È allarme siccità nella Regione Calabria. Il governatore Roberto Occhiuto ha decretato lo stato di emergenza per via della carenza di acqua cronica che affligge tutto il territorio, ed in particolare le province di Reggio Calabria e Crotone. La decisione di procedere in tal senso è arrivata a quattro giorni di distanza da un’altra grossa disposizione.
Il 24 luglio scorso infatti, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel Distretto idrografico dell’Appennino Meridionale aveva parlato di altissimo rischio di accesso alle risorse idriche. La Protezione Civile locale è già allerta da giorni, pronta ad intervenire in casi di necessità per assistere le persone.
La situazione è destinata a permanere così, se non a peggiorare. E la cosa riguarda l’intero Sud Italia. A partire da metà agosto, tantissime aree coltivate anche in Puglia e Sicilia in particolare si ritroveranno senza acqua per irrigare i campi. Con tutte le disastrose conseguenze del caso in ambito economico.
L’allarme era giunto, negli scorsi giorni, dalla coldiretti in tal senso. La mancanza di acqua però genererà una grossa crisi anche riguardo all’assistenza agli animali impiegati nell’allevamento e nell’agricoltura. Lo stato di emergenza per la Regione Calabria è scattato venerdì 26 luglio. Ma rappresenta solo la diretta conseguenza di ciò che già si sapeva.
Già da giugno infatti erano giunte le prime sollecitazioni allo scopo di intraprendere delle misure contenitive e di risposta. E va detto che comunque la cosa non rappresenta certo una novità. La Calabria ed il Sud Italia ogni estate vivono dei giorni di grosse difficoltà per via dell’acuirsi delle temperature. Cosa che comporta un aumento agli accessi all’acqua, sia in ambito privato che per quanto riguarda le varie attività.
A peggiorare le cose ci si mette però anche la dispersione idrica, dettata in larga parte dalla presenza di impianti fatiscenti, vecchi di decenni e decenni e per i quali la normale manutenzione periodica non si dimostra più essere sufficiente per tamponare i problemi.
Anche l’Abruzzo sarà particolarmente colpito dall’emergenza idrica, e non potrebbe essere altrimenti dal momento che recenti stime hanno fornito un quadro, per la Regione, di quello da mettersi le mani tra i capelli. La dispersione idrica sul territorio abruzzese sarebbe pari a ben il 62%. Un dato da paura e che la dice tutta, senza bisogno di ulteriori commenti.
Di contro, si registra una sovrabbondanza di acqua nelle Regioni dell’Italia settentrionale. Altre parti d’Italia che letteralmente soffrono la sete sono la Basilicata, la Sardegna, la già citata Sicilia e la Campania.
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