Calcestruzzo sostenibile e autotraspirante: la soluzione dagli antichi romani

Questo nuovo calcestruzzo arrivamente direttamente dall’Antica Roma. E’ sostenibile e autotraspirante e cambierà il modo di costruire

nuovo calcestruzzo traspirante
Pantheon – Adobe – Ecoo.it

I Romani erano famosi per la loro abilità nella costruzione di opere pubbliche come strade, ponti, acquedotti, terme e teatri. La loro ingegneria era all’avanguardia per l’epoca, e hanno lasciato dietro di sé numerose opere ancora esistenti oggi che sono ammirate per la loro durabilità e la loro architettura. In particolare la costruzione delle strade era una delle loro eccellenze, molte delle strade costruite dai romani ancora esistono oggi, e permettevano un facile e rapido spostamento di truppe e beni lungo l’impero.

Anche la costruzione di acquedotti era un’altra delle loro eccbellenze, essi permettevano l’approvvigionamento d’acqua pulita alle città romane, e alcune di queste strutture sono ancora in uso oggi. In generale, l’ingegneria romana era caratterizzata da una grande attenzione per la qualità e la durabilità delle costruzioni, la capacità di adattare le tecnologie esistenti e la capacità di progettare soluzioni innovative per sfide tecniche. Ma qual è il segreto delle loro opere? Probabilmente il calcestruzzo.

Nuovo calcestruzzo, la ricetta risale agli antichi Romani

In Friuli nasce il calcestruzzo autoriparante e sostenibile, una ricetta che risale agli antichi romani. A svilupparlo è la start up DMAT, deep tech company specializzata in materiali d`avanguardia con sede a Udine e Milano, ora in procinto di sbarcare negli Stati Uniti grazie ai suoi innovativi prodotti, ispirati da uno studio chimico-archeologico pubblicato da Science.

Pensiamo infatti al Pantheon, eretto 1905 anni fa. Quale segreto si nasconde dietro la sua longevità? A indagare sulla resilienza del calcestruzzo, capace di affrontare l’incuria dei secoli, è stato il chimico Admir Masic, professore associato di Ingegneria Ambientale del MIT-Massachusetts Institute of Technology, che nel 2017 ha dato avvio alla ricerca, oggi pubblicata dall’autorevole Science Advances, la prima rivista ad accesso aperto dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), la casa editrice no-profit dietro Science. Sulla base di questo studio, la start up friulana ha iniziato a sviluppare una tecnologia innovativa per creare nuove tipologie di calcestruzzi, caratterizzati dalla capacità di autoripararsi, senza aumentarne i costi di produzione.

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Si chiama D-Lime il primo calcestruzzo di nuova generazione, pronto a entrare sul mercato, combinando performance di durabilità e sostenibilità mai raggiunte prima. Un prodotto che permette di allungare la vita e la qualità delle costruzioni attraverso la sua capacità di auto-riparare eventuali crepe. Tale processo, analogamente al cemento romano studiato da Masic, viene attivato dall`acqua che, invece di ammalorare il materiale, richiude le fessurazioni con un processo simile a quello della cicatrizzazione dei tessuti biologici. Il calcestruzzo sviluppato da DMAT consente anche un risparmio del 20% di emissioni di CO2.

L’Amministratore Delegato Paolo Sabatini ha dichiarato: “La missione di DMAT è rendere più sostenibili ed efficienti vasti ecosistemi come il cemento. Per raggiungere questo obiettivo stiamo lavorando e continueremo a lavorare con due macro obiettivi: rendere questo materiale più durevole riducendone l’impatto ambientale. Oggi siamo l’unica azienda in grado di ridurre del 20% le emissioni di CO2 e migliorare del 50% le performance strutturali. Soprattutto, questo è un ottimo risultato considerando che può essere raggiunto senza costi aggiuntivi, ma al contrario, offriamo uno dei prezzi più competitivi sul mercato”.

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