Le caldaie ecologiche ed ecocompatibili possono rappresentare un’occasione per riuscire a portare avanti anche nella vita quotidiana l’obiettivo del rispetto dell’ambiente. Questo tipo di caldaie sfrutta le biomasse, come gli scarti del legno, la sanza, le olive, i gusci di mandorle: tutti materiali che servono a produrre calore. Ma ne esistono anche altre tipologie, come le caldaie a condensazione, che pur sfruttando il gas, risultano molto più efficienti dal punto di vista energetico perché trattengono il calore. Scopriamo quindi quali sono le caldaie ecologiche ed ecocompatibili in commercio, i consumi e i vari modelli.
Le caldaie ecologiche, nel loro funzionamento, non si differenziano molto da quelle tradizionali. Alla base del processo che consente la produzione del calore c’è sempre un bruciatore, che preleva il combustibile e lo mette nella camera a fuoco. Di solito a disposizione degli utenti c’è un sistema automatizzato, che permette di regolare l’accensione e lo spegnimento del dispositivo, oltre all’altezza della fiamma. Questo tipo di riscaldamento può essere utilizzato anche per la produzione di acqua calda e in genere si presta bene ad essere inserito nell’ambito di ogni tipo di arredamento. Il rendimento termico di una caldaia ecocompatibile è di circa il 97%. Può aumentare di un punto, se la caldaia funziona ad un’alta temperatura.
Il punto di forza consiste proprio nello sfruttare i combustibili puliti e le fonti alternative di energia, che permettono di mettere a punto un riscaldamento ecosostenibile. Allo stesso tempo le tipologie di caldaie ecologiche permettono di riscaldare casa risparmiando energia e anche sul combustibile, perché sfruttano dei materiali economici. Ci sono anche delle caldaie che si possono definire ecologiche, perché, pur sfruttando i tradizionali combustibili, si caratterizzano per minori emissioni delle sostanze inquinanti, come gli ossidi di azoto o quelli di zolfo. Esistono anche le caldaie che utilizzano il gas naturale, il quale si dimostra più green rispetto ad altri combustibili.
Le caldaie a biomassa rappresentano una valida alternativa green rispetto ai modelli tradizionali. Vengono infatti alimentate con fonti energetiche rinnovabili di varia tipologia, dai classici pellet al cippato, un legno naturale tritato proveniente dai boschi, e ancora segatura, tronchetti ottenuti da residui di lavorazione, ciocchi di legno. Sono le cosiddette biomasse, vale a dire materiali di origine organico-vegetale derivanti da piante, legno, scarti di lavorazione, residui di attività forestali, residui di lavorazione dei prodotti agroalimentari e via dicendo. Materiali che in parte rischierebbero altrimenti di trasformarsi in rifiuti, di cui esistono 5 principali tipologie: le biomasse vegetali, solide, animali, microbiche e liquide.
Le caldaie di questa tipologia possono essere alimentate, a seconda dei modelli, con una sola biomassa o con una combinazione di più biomasse. Pensiamo per esempio alle caldaie a legna e pellet oppure a quelle che utilizzano sia legna che cippato. Oltre a essere sostenibili dal punto di vista ambientale, questi sistemi di riscaldamento si integrano facilmente anche con impianti di riscaldamento a pavimento e impianti solari termici. Un bel vantaggio!
Solitamente le caldaie a biomassa funzionano a fiamma inversa o rovesciata. Cosa significa? Che la fiamma va verso il basso, di conseguenza anche se carichiamo il focolare al massimo, il combustile brucia progressivamente. Il calore emanato può essere utilizzato sia per riscaldare la casa e l’acqua, che per produrre energia elettrica. In quest’ultimo caso i materiali di scarto utilizzati per la combustione vengono prima sottoposti a processi chimici, biochimici e termici. Una volta bruciati, il calore emanato trasforma l’acqua in vapore che passa attraverso delle tubature, avviando il funzionamento delle turbine che producono elettricità e calore.
In media una caldaia a biomassa consuma, in una casa di 100 mq, 12 MWh di energia nel periodo di utilizzo più intenso, e quindi durante la stagione invernale. Ma il consumo ridotto non è l’unico pro, ecco gli altri:
Esistono anche svantaggi?
Se volete acquistare una caldaia a biomassa, il mercato propone una vasta scelta di modelli ed esiste anche un gruppo chiamato GCB, ovvero Gruppo Caldaie a Biomassa, che segnala i distributori nazionali che le realizzano. Tra i produttori considerati migliori, troviamo Vaillant, Kamek, Thermorossi, Almar, Viessmann, Edilkamin, tanto per citarne alcuni.
Entrando nel merito dei modelli, se puntate su caldaie a biomassa che permettano di utilizzare diverse tipologie di combustibile, Almar Picco dei Tre Signori 20-60 kW potrebbe fare al caso vostro. Si tratta di una caldaia compatta, silenziosa e non eccessivamente costosa, alimentata a cippato e pellet. Provvista anche di pratico controller touch. Se preferite una caldaia a biomassa a legna, c’è il modello Almar Sciliar 18-40 kW, che può essere alimentata con pezzi di legna fino a mezzo metro e bricchetti di legno. E la combustione può durare fino a 8 ore a pieno carico. Interessante anche la caldaia a pellet Compact Matic S50 Class 5 di Thermorossi di 50 kW di potenza. Facile da gestire, silenziosa e con rendimento garantito superiore al 90%.
Le caldaie a condensazione presentano delle somiglianze con le caldaie a gas tradizionali ma sono decisamente più ecologiche. E questo perché trattengono il calore che, normalmente, si disperde invece insieme al rilascio dei fumi. Questa caratteristica le rende molto più efficienti dal punto di vista energetico, e il loro rendimento è decisamente migliore.
Rappresentano la tipologia di riscaldamento più conveniente per chi intende utilizzare fonti fossili e ne esistono di vari tipi a seconda delle esigenze. Ci sono modelli pensati solo per riscaldare casa, per esempio, e altri che permettono di scaldare anche l’acqua sanitaria.
Nelle caldaie a condensazione la combustione del gas genera calore che, a sua volta, scalda l’acqua, esattamente come avviene nelle caldaie tradizionali. Tuttavia in questo caso la dispersione di energia termica è nettamente inferiore e ciò per merito dell’avanzata tecnologia di cui sono provviste, che permette di recuperare calore. A tutto vantaggio anche del rendimento.
Nelle caldaie tradizionali invece il calore si disperde tramite la canna fumaria, indispensabile per far fuoriuscire i fumi prodotti dalla combustione. Questo non avviene nei modelli a condensazione, che trattengono i fumi convogliandoli in uno scambiatore che li sfrutta per scaldare l’acqua. Il calore così intrappolato si raffredda divenendo vapore acqueo in condensa, che viene raccolto e quindi scaricato.
Le caldaie a condensazione, rispetto a quelle a gas tradizionali, consumano il 17% in meno, proprio in virtù della loro capacità di trattenere il calore. Inoltre comportano diversi vantaggi.
Molto interessante è, da questo punto di vista, la caldaia Ecoblock a condensazione, che si può acquistare nella versione da 80, 100 e 115 kW. Costituisce anche un modello da tenere in considerazione, se si ha bisogno di un riscaldamento centralizzato in edifici medi. Il suo prezzo è di circa 2.200 euro. Da non perdere nemmeno la caldaia murale Ecoblock Plus con bollitore integrabile della Vaillant.
Questo modello consente di poter disporre di una maggiore autonomia soprattutto nella produzione di acqua calda, riesce ad ottimizzare i tempi di riscaldamento e il suo costo è variabile, da 1.600 a 1.900 euro. Per chi volesse disporre di una caldaia murale che stia attenta alle riduzioni del consumo di combustibile è a disposizione Ecoblock exclusiv della Vaillant, con un sistema che garantisce delle performances ottimali e a basse emissioni. Sempre della Vaillant Ecoblock Pro è davvero molto semplice da installare.
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