Uno scienziato ha paragonato l’attuale situazione della California in tema agricoltura a quella della Mesopotamia di migliaia di anni fa.
Si parla sempre di più di agricoltura sostenibile che possa, dunque, evitare di causare danni all’ambente, tra questi si annoverano deforestazione, emissioni, ma anche inquinamento delle falde acquifere o derivante dall’uso di pesticidi e fertilizzanti.
I governi mondiali lavorano da tempo per cercare di limitare questi danni, ma sembra che la strada sia ancora lunga e tortuosa. È il caso della zona che si rivela essere la più produttiva al mondo, ma con pesanti ripercussioni sull’ambiente. Stiamo parlando della California, negli Stati Uniti, che sarebbe stata paragonata alla Mesopotamia di migliaia di anni fa.
La California, ad oggi, rappresenta la regione agricola più produttiva del mondo, ma quanto costa tutto questo? Purtroppo il prezzo più caro lo paga l’ambiente. In tal senso, è proprio la San Joaquin Valley, il luogo che più di tutti produce negli Stati Uniti, questo, però, ha portato alla rovina del 95% delle zone umide originarie. Cosa ha comportato tutto questo? Inaridimento della zona.
Da non sottovalutare neanche l’inquinamento atmosferico, favorito dall’uso di pesticidi, infatti, questa regione è tristemente nota perché si ritrova fra le tre che contano la qualità peggiore dell’aria. Moltissimi pozzi sono stati prosciugati dalle enormi società. Una condizione disastrosa che ricorderebbe quanto accaduto migliaia di anni fa in Mesopotamia, dove le colture intensive portarono gravi danni non solo al suolo e all’ambiente, ma anche alla popolazione che non aveva più cibo per sfamarsi.
Il paragone, riporta la redazione di Focus, è stato tirato in ballo dallo scienziato Angel Fernandez-Bou all’interno di uno studio pubblicato su The Equation, edito da Union of Concerned Scientists. L’esperto nell’articolo riflette sulla Mesopotamia e la Valle del Nilo ed i loro metodi utilizzati per l’agricoltura e la produzione di cereali. Per l’irrigazione si sfruttava un attrezzo ribattezzato shaduf che consentiva di concedere solo l’acqua necessaria alle colture prelevata dai fiumi, la differenza stava, però, proprio nei corsi d’acqua. In Mesopotamia, il Tigri e l’Eufrate avevano delle inondazioni imprevedibili, contrariamente a quanto accadeva in Egitto, dove quelle del Nilo erano prevedibili e regolari.
Questa condizione, combinata alle tecniche di agricoltura che non mutavano mai anche con le diverse civiltà che si succedevano, portarono all’inaridimento dei terreni della Mesopotamia non più coltivabili. Non è escluso, secondo Angel Fernandez-Bou, che si arrivi ad una situazione simile anche nello stato americano il cui terreno viene sfruttano in maniera non sostenibile.
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