Il calopsita è un animale copiosamente allevato, che ha delle peculiarità sia nelle caratteristiche fisiche che nel suo comportamento.
Continua a non arretrare la moda di tenere degli uccelli in cattività dentro delle gabbie. In particolare per ciò che riguarda gli uccelli esotici con varietà di colori piuttosto sgargianti e diversificati. Questa moda di tenere in gabbia gli uccelli proviene dal 1400 circa, quando i primi navigatori sono riusciti a riportare delle specie di uccelli esotiche in Europa ed ad allevarle. Il calopsita è uno dei pappagalli più acquistati.
Egli riesce a essere pacifico e gradevole, anche se l’esemplare maschio passa buona parte della giornata a cantare. Le sue origini sono nella foresta pluviale. Tuttavia esistono allevamenti di calopsita in tutto il mondo. Come capita spesso, le sue esigenze in libertà, in cattività dentro una gabbia, o in una voliera, sono molto differenti.
Esistono diverse specie di calopsita, principalmente identificate dalla colorazione. Il colore ancestrale è quello che rimane costante in tutte le specie. L’ancestrale è una colorazione che va dal grigio al bruno. Alcune parti del corpo del calopsita sono di questo colore, anche se il muso tendenzialmente tende ad essere più variegato. La sua lunghezza è di circa 30-40 cm, è un pappagallo piuttosto piccolo, ma allo stesso tempo molto vivace. Una delle sue peculiarità è la cresta fatta di piume semovibile, la quale è uno strumento di comunicazione per il volatile. Infatti muovendola egli esprime le sue emozioni.
Il calopsita vive esclusivamente in Australia in libertà. Ad oggi si trova in tutte le aree del mondo soltanto negli allevamenti. L’alimentazione è a base principalmente di semi, vegetali o frutta. Nonostante tenda a mangiare qualunque di queste varietà di cibo, alcuni alimenti sono dannosi per il calopsita e per tutti gli altri pappagalli. Di questi fanno parte anche l’avocado ed il mango.
Il rapporto con l’uomo può diventare molto stretto, dato che il calopsita riesce ad affezionarsi ai propri padroni ed a riconoscerli. La relazione anche incentivata dalla longevità di questo pappagallo, che può arrivare a vivere anche 30-40 anni di vita, se in salute.
Purtroppo, anche a causa della assenza del suo habitat naturale, il calopsita è facilmente soggetto a malattie, parassiti, che in molti casi diventano fatali. Dunque se si decide di allevarlo si deve stare attenti all’alimentazione ed il pappagallo deve subire frequenti controlli per verificare che non abbia contratto qualche patologia.
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