Sarà sempre più difficile trovarlo: i cambiamenti climatici ne diminuiscono la produzione

Una della conseguenze del cambiamento climatico è la siccità. Questa sta causando una diminuzione della produzione di un prodotto

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Siccità – Adobe – Ecoi.it

La siccità può avere una serie di effetti negativi su un’ampia gamma di ambienti e attività umane. La più facile da intuire è la riduzione della disponibilità di acqua. E’ innegabile che la siccità comporta una riduzione della quantità di acqua disponibile, sia per le comunità umane che per gli ecosistemi naturali. Ciò può portare a problemi di approvvigionamento idrico, carenze alimentari e diminuzione della produzione agricola. A risentirne è anche anche la qualità dell’acqua.

Non si può poi dimenticare che la siccità può creare condizioni di estrema aridità e secchezza, favorendo la diffusione degli incendi boschivi. Questi incendi possono danneggiare la fauna e la flora locale, distruggere le proprietà e causare la perdita di vite umane. Ma non si può non sottolineare come la mancanza d’acqua ha una serie di effetti negativi sulla vita umana e sull’ecosistema in generale. E’ importante adottare politiche e pratiche che contribuiscano alla gestione dell’acqua e alla mitigazione dei cambiamenti climatici, al fine di ridurre l’impatto delle siccità sulla nostra vita e sul nostro pianeta. E l’assenza di pioggia sta facendo sparire un prodotto alimentare.

Non si trova più per colpa della siccità

La siccità ha tra le conseguenze la riduzione della produzione agricola. le colture hanno bisogno di acqua per crescere e produrre alimenti. La siccità può causare una riduzione della produzione agricola, il che può portare a carenze alimentari e alla diminuzione della sicurezza alimentare. E a subire gravissimi danni, ora, sono le coltivazioni di riso.

Infatti le coltivazioni di riso subiscono gli effetti negativi della siccità, con una riduzione di circa 8mila ettari di terreno coltivato, raggiungendo il livello più basso degli ultimi 30 anni. La diffusione dei cambiamenti climatici causa conseguenze pesanti anche per l’agricoltura, tra cui l’alternarsi di precipitazioni estreme e periodi di estrema siccità, oltre a repentini mutamenti di temperatura.

La coltivazione di riso in Italia subirà una diminuzione di circa 8mila ettari, portando la superficie coltivata a 211mila ettari, il livello più basso degli ultimi 30 anni. L’industria risicola italiana produce circa 1,5 milioni di tonnellate di riso all’anno, garantendo circa il 50% della produzione totale dell’Unione Europea. L’adeguata crescita della pianta di riso richiede una grande quantità d’acqua, rendendo questa coltura particolarmente idrofila. La sua presenza ha un ruolo fondamentale nella salvaguardia dell’equilibrio ambientale e nella promozione della biodiversità in vaste aree territoriali.

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L’instabilità meteorologica dell‘ultimo anno ha causato una significativa riduzione del 30% nella produzione di riso, generando insicurezza tra gli agricoltori che potrebbero decidere di abbandonare le risaie. Questa situazione preoccupa per le conseguenze che avrà sull’ecosistema, sull’economia e sull’occupazione. In Italia, la coltivazione di riso è concentrata principalmente (9 su 10) nelle regioni di Lombardia, Piemonte e Veneto. Secondo un’analisi di Coldiretti basata sui dati di Isac CNR, in queste zone è caduto il 40% in meno di pioggia rispetto alla media storica, aumentando l’impatto della siccità sulla coltivazione del riso.

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