A differenza di animali di minori dimensioni, orsi ed elefanti resistono alle forti perturbazioni dovute ai cambiamenti climatici. A rivelarlo uno studio
Mai come negli ultimi tempi maggiore attenzione viene data ai cambiamenti climatici e alle conseguenze che questi portano anche nella quotidianità delle persone. Si è erroneamente sempre pensato che fosse un sì, grande problema, ma che non intaccasse la vita dell’essere umano. Ma, soprattutto negli ultimi mesi, in questa stagione estiva super calda, ci si è resi conto che forse così lontano dall’uomo non è. Prima fra tutti la siccità che porta con se non pochi problemi come ad esempio la crisi alimentare e il capire che l’acqua è un bene ancora più prezioso di quanto si è sempre pensato e soprattutto che non è eterno.
Impossibile inoltre non notare come la natura si abbatta sulle città con perturbazioni, alluvioni, inondazioni, trombe d’aria e altri fenomeni atmosferici che si riversano su zone dove poi le conseguenze sono devastanti e persone possono perdere la vita. Si capisce quanto piccoli si è in confronto alla natura e che forse rispettarla di più sarebbe un buon punto di partenza.
I clima sta subendo variazioni, ad esempio quello mediterraneo che si sta sempre più tropicalizzando con forti temporali per qualche giorno consecutivo. O ancora i climi miti che hanno sempre più estati estremamente calde e inverni sempre più freddi. Non bisogna solo adattarsi alle temperature ma a veri e propri cambiamenti di habitat in quanto corsi d’acqua ad esempio si prosciugano o interi spazi si allagano.
Non solo gli esseri umani devono fare i conti con i cambiamenti climatici ma anche gli animali e alcuni di loro riescono a sopportare e ad adattarsi meglio rispetto ad altri. Recentemente è stato pubblicato uno studio della University of Southern Denmark, su eLife che spiega quali effetti abbiano i cambiamenti su appunto, gli animali. Sembrerebbe infatti che i mammiferi più longevi e con piccole cucciolate come orsi ed elefanti, riescano ad adattarsi meglio rispetto a mammiferi di più piccole dimensioni e con cucciolate più numerose.
Lo studio si è concentrato sugli effetti in un determinato periodo (circa 10 anni) di piogge e siccità sulle condizioni di 157 specie di mammiferi. Le conclusioni alle quali sono giunti i ricercatori mostrano come animali che hanno non tanti figli e una vita più longeva riescano ad adattarsi meglio rispetto ai loro “opposti”, quindi mammiferi dalla vita breve e con molti figli. Gli animali di grandi taglie e con pochi cuccioli hanno maggiore resistenza e grazie al potersi procacciare cibo solo nei periodi con meno rischi, riescono a sopravvivere e non risentire troppo eccessivamente ai cambiamenti, riuscendo ad adattarsi.
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