Cambiamenti climatici, la preoccupazione è tanta: si rischia tsunami glaciale

Un nuovo studio, pubblicato su Nature Communications, ha evidenziato il rischio e le conseguenze di uno tsunami glaciale

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Tsunami – Adobe – Ecoo.it

I cambiamenti climatici sono variazioni nella temperatura media della Terra e nelle sue condizioni meteorologiche che possono essere causate da molteplici fattori, tra cui l’attività umana. Le attività umane, come la combustione di combustibili fossili, l’agricoltura intensiva, la deforestazione e la produzione industriale, liberano enormi quantità di gas serra nell’atmosfera, tra cui anidride carbonica, metano e protossido di azoto. Questi gas serra impediscono alla radiazione termica di uscire dalla Terra, mantenendo la temperatura più calda e provocando cambiamenti climatici globali.

I cambiamenti climatici hanno un impatto significativo sulla vita sulla Terra, causando eventi climatici estremi, livelli crescenti del mare, acidificazione degli oceani e alterazioni nella biodiversità. È importante che gli individui, le aziende e i governi prendano azioni concrete per ridurre le emissioni di gas serra e arrestare i cambiamenti climatici.

E un recente studio, pubblicato su Nature Communications, ha analizzato 1.089 bacini lacustri glaciali di tutto il mondo, considerando il numero di persone che risiedono entro un raggio di 50 km da questi corpi d’acqua, i livelli di sviluppo e altri fattori sociali che potrebbero esporre le comunità ai rischi derivanti da esondazioni da GLOF (Glacial Lake Outburst Floods). Con questi dati, gli scienziati hanno quantificato e classificato la probabilità di danni causati da GLOF in tutto il mondo e valutato la capacità delle comunità di affrontare efficacemente queste inondazioni.

Rischio inondazione causato dal cambiamento climatico

Circa 15 milioni di persone sono esposte al rischio di GLOF ovunque nel mondo, non solo in prossimità delle coste. A causa della rapida fusione dei ghiacci a seguito dei cambiamenti climatici, anche il pericolo di tsunami glaciali sta aumentando. In alcuni casi, queste inondazioni possono propagarsi per più di 120 chilometri nell’entroterra, causate sia dalla rottura di una diga che contiene un lago glaciale, sia dall’esondazione di bacini lacustri alimentati da acqua di fusione dei ghiacci. Ovvero le GLOF sopracitate.

La deglaciazione a livello globale sta ponendo una seria minaccia alle comunità del mondo. Processi simili sono già accaduti durante la scomparsa dei ghiacciai in Nord America e Europa in seguito all’ultima era glaciale. Un team di scienziati internazionali, guidato dall’Università di Newcastle nel Regno Unito, sostiene che il riscaldamento globale ha portato ad un’impennata nel numero di laghi glaciali dal 1990, mentre la popolazione che vive vicino a questi bacini è aumentata sensibilmente.

Il recente studio pubblicato sulla rivista Nature Communications ha analizzato oltre mille bacini lacustri glaciali e la popolazione che vive entro 50 chilometri da essi, valutando inoltre il livello di sviluppo e fattori sociali che possono rendere le comunità vulnerabili ad eventi di Glacial Lake Outburst Flood. Utilizzando questi dati, i ricercatori hanno calcolato e classificato il potenziale di danno globale causato da questo tipo di inondazioni e hanno valutato la capacità delle comunità di reagire.

I risultati hanno dimostrato che 15 milioni di persone sono esposte al rischio di inondazioni da GLOF, con l’altopiano tibetano che rappresenta la zona più a rischio, con 9,3 milioni di persone potenzialmente minacciate. La maggior parte di queste persone, 5 milioni, vive in India e Pakistan. Il recente studio pubblicato su Nature Communications ha valutato il potenziale pericolo delle esondazioni dei laghi glaciali (GLOF) a livello globale, considerando fattori come la vicinanza delle popolazioni alle aree glaciali, il livello di sviluppo e la capacità di resistere alle inondazioni.

La ricerca ha mostrato che le  persone vivono a meno di 50 km da un lago glaciale e che le zone più a rischio sono l’altopiano tibetano e l’India, il Pakistan, il Perù e la Cina. La studentessa di dottorato Caroline Taylor, la ricercatrice principale, ha sottolineato l’importanza del numero di persone e della loro vicinanza al lago glaciale, nonché la loro capacità di far fronte alle inondazioni, come fattori determinanti del pericolo del GLOF.

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La dott.ssa Rachel Carr, responsabile del Dipartimento di geografia fisica dell’Università di Newcastle, ha affermato che la comprensione delle aree più a rischio permetterà azioni di gestione del rischio più mirate e efficaci, contribuendo a minimizzare le perdite umane e i danni alle infrastrutture causati da questo pericolo naturale. Il team ha anche evidenziato la necessità di ulteriori studi sul potenziale rischio di GLOF nelle Ande, dove un elevato numero di persone vive vicino ai laghi glaciali e ha una minore capacità di resistere alle inondazioni.

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