C’è un nesso molto forte e preoccupante tra cambiamento climatico ed animali di varie specie. Un comportamento comune a tanti sta subendo delle gravi modifiche.
Cambiamento climatico ed animali, ci sono delle interferenze che gli esperti hanno individuato e che riguardano dei cambiamenti nei processi comunicativi di varie specie. Questi mutamenti non sono affatto buoni e non lasciano presagire a niente di positivo perché potrebbero avere come conseguenza il vedere meno dell’efficacia di molti procedimenti naturali essenziali per la fauna, sia terrestre che marina. Che cosa c’entra il cambiamento climatico con gli animali e con il variare e la perdita di quella che è la loro efficacia comunicativa?
C’entra, perché esistono dei processi ben precisi che si basano anche sul compito giocato dall’acqua e dai venti in ciò. Molti animali rilasciano degli ormoni e delle sostanze chimiche prodotte dai rispettivi organismi che possono essere fortemente indicative di quello che è il loro stato. Questa cosa avviene per esempio durante la riproduzione. Ed aria ed acqua trasportano tali sostanze dove devono andare, in modo tale che gli altri simili degli animali che le hanno emesse possano comportarsi di conseguenza.
Questa cosa avviene anche tra le piante e gli insetti. Basti pensare al processo di impollinazione grazie al quale i vegetali richiamo api, vespe ed altri esserini volanti per potere diffondersi. Altri motivi che portano alla messa in atto di questo comportamento naturale sono rappresentati dal volere segnalare la presenza di un potenziale pericolo per gli altri esemplari della propria specie presenti in quel preciso frangente. Il collegamento tra lo squilibrio che ha colpito tutto ciò ed il cambiamento climatico suona quindi come molto facile.
Il surriscaldamento globale sta facendo da interferente (se ne parla anche in diversi ottimi documentari, molto utili per poterne sapere di più) talmente potente in tutto ciò che descritto da fare in modo di impedire a molte specie sia terrestri che marine di potere comunicare chimicamente in maniera corretta. L’impollinazione rientra proprio tra i processi naturali che stanno subendo questo disturbo. Ed inficiare sul corretto svolgimento della stessa significherebbe non avere a disposizione le piante dalle quali trarre frutti ed ortaggi.
Gli animali coinvolti poi corrono il rischio, non capendosi tra loro, di essere più esposti a pericoli o di non riuscire a portare a buon fine i loro rituali di accoppiamento. Una specie potrebbe non riuscire a distinguere in tempo una preda od un predatore. Ed i cambiamenti di temperatura indotti dal cambiamento climatico sono sotto accusa in quanto contribuiscono a modificare gli habitat di riferimento, a cambiare il livello di acidificazione degli oceani accentuandolo e facendo in modo che nell’atmosfera venga immessa una quantità superiore alla norma di anidride carbonica.
A sostegno di questa tesi ci sono delle osservazioni compiute ricreando apposite condizioni. Ad esempio l’aumento di CO2 nell’acqua in cui si trovavano dei pesci ha permesso agli scienziati di osservare un comportamento anomalo da parte della fauna acquatica. Troppa anidride carbonica va a coprire i segnali biochimici rilasciati da alcuni membri allo scopo di segnalare un pericolo agli altri loro simili. E tutto questo viene inquadrato come un potenziale rischio alla biodiversità degli ecosistemi ed all’equilibrio degli stessi.
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