Greenpeace Italia, ReCommon e 12 cittadini hanno fatto causa alla multinazionale italiana Eni per le emissioni: primo caso in Italia.
Ieri è stato notificato alla società Eni un atto di citazione rivolto anche al ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) e la Cassa depositi e prestiti, entrambe azioniste del colosso dell’energia. L’atto per l’apertura di una causa civile è stato notificato da Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadini.
La motivazione? I danni all’ambiente derivanti dal cambiamento climatico a cui, secondo gli attori, la società avrebbe contribuito in questi ultimi anni. Si tratta della prima causa in Italia aperta per ragioni legate al clima.
Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadini italiani hanno citato in giudizio Eni, multinazionale energetica italiana e i due suoi azionisti: il ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) e la Cassa depositi e prestiti.
Come si legge sullo stesso sito di Greenpeace Italia, l’atto di citazione è stato notificato ieri, martedì 9 maggio, alla società e ai due azionisti. Secondo gli attori, Eni avrebbe contribuito in maniera significativa negli ultimi decenni al cambiamento climatico, fenomeno che avrebbe poi provocato pesanti danni. Per questa ragione, le due associazioni ed i cittadini, residenti in zone colpite dai cambiamenti climatici, chiedono al giudice del Tribunale di Roma di accertare l’eventuale danno e l’eventuale “violazione dei diritti umani alla vita, alla salute e a una vita familiare indisturbata”.
Inoltre, attraverso la causa, si chiede alla società energetica di rivedere le proprie strategie per tutelare l’ambiente riducendo le emissioni almeno del 45% entro il 2030 nel rispetto di quanto stabilito dall’Accordo di Parigi sul clima che prevede di mantenere l’aumento medio della temperatura entro 1,5 gradi.
Si tratta della prima azione legale per motivi legati al clima che viene aperta nel nostro Paese, ma non l’unica a livello mondiale. Quelle che vengono definite come climate litigation sono complessivamente circa duemila in tutto il Pianeta ed il loro numero, come spiega Greenpeace, è raddoppiato dal 2015 ad oggi. Tra le più note la causa nei Paesi Bassi contro Shell, società accusata di aver influito negativamente sul clima.
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