C’è una correlazione molto stretta fra crisi climatica e crisi alimentare. Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico sul nostro modo di mangiare?
Il cambiamento climatico sta apportando pesanti cambiamenti all’habitat terrestre così come lo abbiamo sempre conosciuto. Una delle conseguenze più pericolose è l’incalzante crisi idrica verso cui il pianeta, in particolare i paesi in via di sviluppo, si sta sempre più velocemente approssimando. Una della molteplici conseguenze e ripercussioni che simile fenomeno avrà sulla nostra vita quotidiana sarà un innalzamento dei prezzi su acqua e alimenti in generale.
Senza acqua non c’è vita, ma non c’è nemmeno possibilità di coltivare e nutrire ettari di terreno fertile. Questo significa che prodotti che siamo solitamente abituati a trovare sugli scaffali del supermercato potrebbero sparire progressivamente. Il rincaro dei prezzi conseguente alla perdita di beni alimentari di prima necessità potrebbe essere di portata storica.
Stime accertano che già dalle prossime settimane potremmo iniziare ad accusare il peso di una crescente inflazione sui beni alimentari dei più comuni supermercati. La siccità assieme al clima sempre più irregolare rendono via via più difficile coltivare certi tipi di alimenti. In particolare ricordiamo in Nord Italia la siccità allarmante che la scorsa estate ha colpito il fiume Po. In Piemonte i letti dei fiumi hanno registrato un calo del 50%.
Allo stesso modo in Lombardia le riserve idriche sono dimezzate. Anche le regioni del Mezzogiorno sono state colpite duramente dalla crisi. Uno degli alimenti che sicuramente subirà un aumento dei prezzi è il mais seguito da zucchine, peperoni, cetrioli e sedano, tutti alimenti di origine vegetale che per essere coltivati richiedono molta acqua. Si prevedono dunque periodi difficili per il nostro portafogli.
I prodotti che invece resteranno a prezzo contenuto sono quelli che richiedono meno acqua per essere coltivati come patate, verza e legumi. Il problema invece potrebbe investire pesantemente latticini e carne. Metà dell’acqua utilizzata in agricoltura è infatti impiegata per la crescita del foraggio con cui alimentare il bestiame.
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