Un’inchiesta ha rilevato che il trasporto animali vivi quest’anno è andato avanti anche nelle prime settimane di gran caldo. E la destinazione era il macello.
Il fatto che si decida di uccidere degli animali, e che dunque durante il loro ultimo viaggio siano già dei condannati a morte per entrare a far parte della catena alimentare umana, non significa che possano essere inflitte loro sofferenze di qualunque tipo. Finché sono vivi hanno tutta la gamma di sensazioni di un essere senziente. Gioia, paura, rabbia, sofferenza, benessere, fame, sete ed altro. E queste sensazioni devono essere rispettate e garantite fino alla fine. Ed invece la pratica consuetudinaria racconta altre cose.
La destinazione finale da un allevamento al macello comporta spesso dei viaggi molto lunghi. Avevamo già parlato della lunga ‘deportazione’ degli agnelli dall’Est Europa all’Italia nel periodo di Pasqua. Ed ora è la volta degli altri animali da macello. In primis i suini. L’associazione essereanimali.org, ha condotto un’inchiesta sul trasporto animali vivi nel primo periodo del gran caldo di questo mese. Sulla carta, con temperature oltre i 30 gradi, gli animali non possono circolare.
Tuttavia ogni anno è necessario disporre nuovamente un decreto per rendere ufficiale questa regola. E quest’anno è arrivato tardi. Quando ormai migliaia di bovini e suini destinati al macello hanno viaggiato con temperature che arrivavano anche a 50 gradi. Ce lo hanno raccontato i giornalisti di essereanimali.org, che sono andati in prima persona a verificare le condizioni di trasporto.
Durante le prime giornate di gran caldo, i giornalisti dell’associazione sono tornati sull’autostrada A1 nelle zone di passaggio degli animali dagli allevamenti ai macelli. Ed hanno intercettato diversi camion sulla tratta Milano – Bologna. Dai rilevamenti delle temperature, i suini venivano trasportati anche oltre i 50 gradi.
Inoltre, nonostante non siano obbligatori gli abbeveratoi, è una cattiveria far viaggiare degli animali senza acqua, specialmente quando il viaggio dura numerose ore, come il caso documentato di un camion che viaggiava per sette ore dal Piemonte a Faenza. I suini sdraiati sul pavimento non riuscivano ad alzarsi, e mostravano anche difficoltà respiratorie. La crudeltà inutile di esporre degli esseri senzienti a tale malessere non trova giustificazione alcuna. E neanche il ‘far funzionare’ a dovere la macchina produttiva può reggere di fronte a tanta scorrettezza.
Esistono delle leggi che sulla carta fanno sì che il benessere animale venga garantito. Ma purtroppo sono parcellizzate e troppo generali, lasciando spazio ad una lunga serie di interpretazioni. Che di solito non sono a favore degli animali. Servono delle indicazioni precise e nette da parte dello Stato. Il trasporto animali vivi, anche se destinato al macello, deve garantire il benessere dell’animale. Su questo punto non devono esserci deroghe o casi eccezionali.
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