Gli effetti dei roghi che stanno devastando il Canada sono arrivati anche da noi. Viaggiando per migliaia di chilometri la fuliggine ha raggiunto l’Europa.
Purtroppo in Canada esiste una vera e propria stagione degli incendi. Così come ogni anno si può contare – approssimativamente – sulla pioggia e sulla fioritura delle piante, così si attende con timore la stagione degli incendi. Che puntualmente si ripropone all’aumentare delle temperature. Ciò che rende particolarmente grave questo fenomeno, oltre al disboscamento progressivo che a sua volta esacerba i cambiamenti climatici, è l’inquinamento dell’aria, talmente colma di fuliggine da impedire la vista del sole e della luce. Ad aggravare la situazione di anno in anno sono le temperature in crescita, che sciolgono la neve prematuramente e seccano la vegetazione, così da renderla molto più predisposta a far viaggiare rapidamente le fiamme ed il fumo.
Data l’estensione di vegetazione su tutto il territorio nazionale, il fuoco ci mette poco ad eliminare qualunque forma di vita per ettari ed ettari nel giro di poco tempo. Ed a quanto pare le strategie preventive non sono servite a molto. Basta l’azione di un piromane isolato per far dilagare un incendio di grandi proporzioni. Quest’anno la stagione dei roghi è iniziata prima, alla fine di maggio, ed in maniera molto più aggressiva, senza precedenti in termini numerici. Solo a inizio giugno si contavano 487 incendi in contemporanea, di cui 256 fuori controllo. Fortunatamente le piogge del mese di giugno hanno aiutato a domarli, ma ora la situazione è tornata grave.
Le conseguenze degli incendi in Canada
Non basta contare gli incendi per fare una giusta proporzione, ma è importante comprendere ogni anno quanti ettari di bosco vanno letteralmente in fumo. Si parla quest’anno già di quasi otto milioni di ettari bruciati. E siamo ancora all’inizio dell’estate. Con la conseguenza diretta di una diminuzione sostanziale degli strumenti a contrasto dei cambiamenti climatici, quali sono le foreste, che fa presagire stagioni sempre più compromesse. E la perdita per le specie sopravvissute del proprio habitat. Dove le fiamme non hanno agito direttamente per compromettere la fauna locale, lo hanno fatto indirettamente.
E non si devono trascurare gli effetti sulla salute umana. Montreal sembra avvolta costantemente da una nebbia, che però non è composta da vapore acqueo, bensì da fuliggine e polvere, sostanze decisamente dannose per il corpo. Per questo al momento l’aria della più grande metropoli del Québec è considerata la più irrespirabile al mondo. E la nube ha oltrepassato i confini nazionali per arrivare prima negli Stati Uniti, per poi sorvolare l’Atlantico e raggiungere l’Europa.
Nube di fumo in Europa, dove
Dopo aver percorso 3.220 chilometri, la fuliggine è approdata in Spagna e Portogallo, diventando visibile ad occhio nudo. Intorno al 26 giugno è arrivata anche in Inghilterra. Ed ora sembra visibile anche dalla Sardegna. La Nasa afferma chela fuliggine in Europa non comporterà un peggioramento dell’aria. Tuttavia il monitoraggio Copernicus ha stimato che gli incendi in Canada hanno comportato il rilascio di ben 160 milioni di tonnellate di carbonio nell’atmosfera, una cifra impressionante. Come questo riesca a non incidere sulla qualità dell’aria europea è tutto da dimostrare.