La siccità sta bloccando il traffico navale nel Canale di Panama, dove sono stati imposti limiti severi al transito delle navi da carico.
Dal Canale di Panama passano il 4% del traffico mondiale dei container e il 29% delle navi da carico che navigano per l’Oceano Pacifico. Se poi prendiamo in considerazione il traffico in entrata negli Stati Uniti questa percentuale sale a ben il 40%. Il transito delle navi nel canale, però, dipende dai bacini idrici di acqua dolce che sorgono in prossimità del passaggio, bacini idrici che stanno risentendo del cambiamento climatico e della siccità.
Le chiuse del canale dipendono infatti dai bacini idrici e il traffico di una sola nave necessita di 190 milioni di litri di acqua. Acqua che, però, è in grave diminuzione a causa della siccità: basti pensare che la prima metà del 2023 è stata la seconda più secca registrata in quasi un secolo, come riportato dallo Smithsonian Tropical Research Institute.
Per questa ragione a maggio 2023 l’Autorità del Canale di Panama (ACP) ha dichiarato lo stato di emergenza e ha cominciato a imporre nuovi limiti per le navi da container. Salvo cambiamenti climatici repentini, questi obblighi resteranno in vigore anche per il 2024: ha dunque imposto un limite di profondità di 44 piedi per le navi più grandi, diminuendo di fatto la quantità di carico da poter trasportare.
Inoltre ha limitato il numero di traversate giornaliere, portandole da 36 a 32, e ha limitato il passaggio delle navi con slot prenotati per decongestionare il traffico delle navi senza prenotazione. Tutte queste misure hanno infatti provocato lo stallo di centinaia di navi in attesa di poter passare attraverso il canale. Per la precisione sono 264 le grandi navi in attesa di poter riprendere la traversata atlantica venerdì 25 agosto.
Rispetto allo scorso anno è stato infatti registrato un aumento del 16% delle navi in attesa di attraversare a Panama, come riporta il tracker di spedizioni Marine Traffic. Dati che non stupiscono se si considera che il tempo di attesa medio per una nave è passato da 8 a 18 giorni a partire da giovedì scorso.
A questa situazione va a sommarsi l’aumento dei prezzi per le traversate: secondo quanto riporta il fornitore di dati Xeneta, il viaggio di un container da 40 piedi dalla Cina agli Stati Uniti, che passi per il Canale di Panama, ha subito un aumento del 36% a partire dallo scorso giugno. Infine non è da trascurare l’impatto ambientale del traffico marittimo: i trasporti via mare non si stanno impegnando per la decarbonizzazione e la strada per arrivare a ridurre le emissioni è ancora molto lunga.
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