Dal nome sembra un cane, ma non lo è. Il cane della prateria è un roditore appartenente alla stessa famiglia della marmotta. Quali sono le sue caratteristiche.
Il cane della prateria è un mammifero appartenente all’ordine dei roditori ed alla famiglia delle Sciuridae, di cui fanno parte anche le marmotte. La lunghezza è di circa 30 o 40 cm, ed il peso di un esemplare adulto può variare dagli 800 gr ai 2 chili. È un animale particolarmente socievole e la maggior parte della sua attività è diurna, che passa scavando tane e procacciandosi del cibo.
Il suo nome lo fa confondere con il cane, il quadrupede a quattro zampe per eccellenza amico dell’uomo, mentre invece non hanno alcuna parentela. Il cane della prateria si chiama così perché quando è in pericolo emette un latrato che è simile a quello di un cane. E perché vive principalmente nelle ampie praterie statunitensi, come gli aguti, altri roditori tipici della zona. Al momento è specie in via di estinzione.
Il suo ambiente naturale sono le grandi praterie dell’America settentrionale. Tuttavia nel tempo il cane della prateria è stato portato anche in Europa per addomesticarlo e farlo diventare animale da compagnia, da tenere in casa ed in gabbia, come fosse un criceto o un pappagallo. Purtroppo le gabbie in cui viene tenuto spesso è inadatta alla sua attività, come la maggior parte delle condizioni di cattività. Il cane della prateria è abituato a correre e scavare tane. In casa non può fare nessuna delle due cose.
La sua alimentazione è granivora. Un altro dei problemi della cattività è che spesso gli viene dato il mangime per conigli o criceti, che per il cane della prateria non va bene, è troppo grasso. Dunque rischia facilmente l’obesità e dunque di ammalarsi. I cani della prateria comunicano tra di loro con venticinque diverse varietà di suoni. Quando si incontrano si riconoscono e strusciano il nano uno contro l’altro.
Mentre quasi un secolo fa esistevano milioni di esemplari di cane della prateria, ad oggi la popolazione si è ridotta fino quasi a scomparire. Gli allevatori di bestiame hanno fatto una vera e propria guerra, che fa morire migliaia di esemplari ogni mese. Il timore è che sottraggano troppo cibo destinato – a loro parere – agli animali da allevamento, come i bovini. Mentre invece la presenza dell’animale da prateria è fondamentale per l’ecosistema del territorio.
Le tane che scava servono alle civette ed anche al serpente delle praterie per nidificare, ed inoltre sono predati da aquile e coyote. In Europa dal 2004 ne è interdetta l’importazione, a causa del timore della diffusione del vaiolo delle scimmie. Dunque gli esemplari esistenti sono quelli arrivati prima di tale data, ed i figli che sono nati direttamente in cattività.
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