Pet food realizzato con carne coltivata. Arriva il via libera dall’UE per un’azienda, ma in Italia i pareri sono contrastanti e il Governo è pronto a blindare.
Il tema della carne sintetica torna al centro del dibattito italiano ed europeo, questa volta però con un veste leggermente differente. Dopo il via libera dell’Unione Europea alla produzione e vendita di carne ricreata in laboratorio e la conseguente chiusura con ddl apposito del governo italiano, la carne di laboratorio si prende nuovamente la scena perché c’è un’azienda che ha ottenuto il permesso per la produzione della stessa questa per il pet food.
Si tratta di una start up ceca, la Bene Meat Technologies, che ha ottenuto dall’UE la registrazione come prima impresa a livello globale per la produzione di cibo per cani e gatti realizzato con carne di laboratorio. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso la riduzione delle emissioni per la prodizione di carne a tutti i livelli e usi, ma anche un modo per alimentare gli animali domestici senza dover ricorrere agli allevamenti intensivi.
A comunicare la possibilità di produrre cibo per animali domestici partendo dalla carne coltivata in laboratorio è stata la stessa azienda che, in un comunicato, sottolinea come questo sia un passo avanti per la realizzazione del cibo del futuro e promette di mantenere alti gli standard qualitativi dei prodotti che metterà in commercio.
Pet food con carne coltivata, così si produce il cibo del futuro?
Fino ad ora, il tema della carne creata in laboratorio a partire da cellule animali si era concentrato sull’eventuale consumo umano che qui in Europa aveva visto il nostro Paese contrapporsi al parere favorevole dell’UE. E se negli USA ci sono aziende che stanno già avviando la produzione, proprio qui nel Vecchio Continente un’azienda ceca ha pensato di ampliare la platea di possibili ed eventuali consumatori, proponendosi come azienda per la produzione di cibo per animali domestici realizzato proprio con carne sintetica. A questo punto era inevitabile che in dibattito si spostasse su quest’altro versante.
Al di là del dibattito, i vantaggi della carne coltivata sono stati dimostrati; non contiene antibiotici il che ci permette anche di pensare ad un azzeramento del rischio di antibiotico resistenza verso cui si stiamo avviando, ha poi ovviamente e soprattutto un importante impatto sull’ambiente con diminuzione delle emissioni di CO2, ma anche riduzione dello sfruttamento di acqua e azzeramento di sfruttamento dei terreni e uccisione degli animali.
Vantaggi questi ultimi che si fanno interessanti anche la produzione di pet food se consideriamo le cifre di oggi. Il mercato della carne per gli animali domestici è in aumento perché aumenta il numero di cani e gatti che entrano a far parte delle famiglie, solo in Italia parliamo di circa 19 milioni e la produzione di cibo a loro dedicata non è senza conseguenze o impatti ambientali, anzi addirittura secondo una ricerca della Harvard University la produzione di carne per pet food sarebbe responsabile di un quarto di tutte le emissioni associate all’allevamento.
D’altro canto però se noi essere umani possiamo arrivare ad una scelta più consapevole di alimentazione arrivando a scegliere di seguire una dieta vegana o comunque di limitare il consumo di carne, lo stesso non si può dire dei cani e gatti che abbiamo in casa per cui questo tipo di alimentazione è indispensabile. Il mercato sembra quindi pronto, un po’ la politica.
Carne coltivata e pet food, il caso Italia
Proprio come per la questione della carne coltivata per uso umano, il Governo Meloni sembra essere pronto a blindare e vietare la vendita e il consumo anche di pet food realizzato in questo modo. Il Ministro dell’Agricoltura e Made in Italy Lollobrigida potrebbe presentare presto un ddl a riguardo.