Quando una coppia decide di passare alla separazione gli eventuali cani e gatti possono diventare destinatari di un assegno di mantenimento, ecco cosa stabilisce per loro la legge
La storia della separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi continua a tenere banco su tutte le principali testate e tra le domande che ci si pone c’è anche che fine faranno i gatti. Vediamo quindi, più in generale, quello che prevede la normativa in caso di separazione o divorzio tra i coniugi e in presenza di animali domestici che, di recente, hanno finalmente visto riconosciuti parte dei loro diritti.
Ogni coppia può andare incontro a momenti di crisi e, se non si è in grado di trovare una soluzione, si può arrivare alla separazione o al divorzio. Nel caso facciano parte del nucleo familiare anche animali domestici questi vanno in qualche modo tutelati. La giurisprudenza, fino al passato recente, ha sempre demandato ad accordi eventualmente stipulati in separata sede con l’aiuto di un avvocato quello che sarebbe stato il futuro degli animali domestici. Ma ora esiste una normativa che va rispettata e che garantisce anche il mantenimento.
Per gli animali domestici come per i figli, garantito il mantenimento
Se c’è forse un merito nel circo mediatico che si è scatenato intorno alla fine della favola d’amore tra Francesco Totti e Ilary Blasi è quello di portarci a pensare e ad informarci su un aspetto della loro convivenza che in realtà è comune a moltissime famiglie: la presenza di animali domestici e quello che diventa il loro destino se la famiglia si sfascia. Come accennavamo, fino a non molto tempo fa nessun giudice, tranne un caso eccezionale, si era mai pronunciato per dirimere la questione e sancire a chi sarebbe andato l’animale domestico.
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Le cose sono però cambiate adesso con l’introduzione di un libro del Codice Civile nuovo di zecca e che riguarda proprio il ruolo degli animali domestici e come il giudice eventualmente deve comportarsi nel momento in cui va affidato a una o l’altra parte il cane o il gatto. Il nuovo libro XIV-bis stabilisce, per esempio, all’articolo 455-ter che in caso ci siano animali familiari il giudice può stabilire la sistemazione migliore valutando il benessere dell’animale. Questo significa che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, l’affidamento non va in automatico al proprietario del cane che risulta eventualmente sul libretto sanitario ma andrà a chi è dimostrabile essere un padrone affidabile.
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Oltre a ciò, molto spesso adesso le sentenze dei giudici stabiliscono non solo l’eventuale affido esclusivo congiunto ma anche, se necessario, l’entità di un assegno di mantenimento che deve essere utilizzato per garantire il benessere e la buona salute dell’animale familiare. Si tratta, quindi, di un passo avanti nel riconoscimento dei diritti degli animali domestici che, a lenti passi, stanno superando l’etichetta di oggetti viventi.