[galleria id=”2249″]Cani robot per la veterinaria: rientrano anch’essi fra i numerosi passi in avanti che sono stati fatti in campo tecnologico, in modo da eliminare le crudeltà rappresentate dalle sperimentazioni sugli animali. La Cornell University si è impegnata in questo senso, per offrire dei “modelli” artificiali per lo studio. Il risultato è costituito da veri e propri peluches, che sono curati nei minimi particolari per riprodurre esattamente ogni parte anatomica del corpo dei nostri amici a quattro zampe.
Gli studenti, in questa maniera, hanno la possibilità di imparare, facendo pratica su Jerry e Fluffy (questi i nomi del gatto e del cane finti) e possono evitare di esercitarsi con gli animali veri, perché questa pratica potrebbe comportare la possibilità di fare del male ad essi. Sicuramente lo studio della medicina veterinaria si propone come principale obiettivo quello di risultare utile agli animali. Gli studenti hanno bisogno di esercitarsi e quindi quale migliore soluzione, se non degli animali robot, per fare pratica senza provocare danni? I ricercatori della Cornell University hanno fatto diventare tutto ciò una realtà. Gli studenti così possono svolgere in completa autonomia le loro esercitazioni sugli animali robot. Possono anche inserire e rimuovere gli appositi strumenti per lo svuotamento gastrico, che è necessario praticare in caso di avvelenamento. Esercitandosi sui cani robot, non c’è affatto il rischio di compiere degli errori che potrebbero essere fatali sugli animali in carne ed ossa.
La tecnologia ci dimostra in maniera molto chiara come ci sarebbe la possibilità di utilizzare molti strumenti, per migliorare la qualità della sperimentazione e per trovare una soluzione a quelle orribili azioni, che vengono compiute sugli animali veri. I robot elaborati dall’Università riproducono in tutto e per tutto le funzioni vitali dei cani e dei gatti, per cui non c’è affatto la necessità di ricorrere alla barbarie nei confronti di quelli veri. La sperimentazione sugli animali è un tema molto attuale. Molti sostengono che non ci sia altra scelta. Tuttavia è assurdo sostenere questa tesi, mentre proprio con il progresso tecnologico abbiamo le prove di come sia possibile condurre gli studi nel modo più appropriato possibile, servendosi di altre opportunità. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere e potrebbe costituire il punto di partenza per una sensibilizzazione maggiore nei confronti della questione.
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