Cani e supermercato, un binomio non sempre felice. Ma da oggi questa stridente correlazione avrà una sistemazione definitiva.
I cani sono ormai parte integrante delle nostre famiglie, come potremmo vivere senza di loro? Una domanda a cui veramente non sa rispondere chi ha un cucciolo in casa. Amarlo, accudirlo e non trascurarlo sono questi i principi fondamentali per chi ha un cane. Del resto, l’amico a quattro zampe è un’esplosione di amore e devozione.
Negli ultimi tempi si sta molto intervenendo sulla materia; lo sa bene la deputata Brambilla che ha firmato una posposta di Legge ad hoc il cui scopo è quello di ridurre le spese veterinarie del cane, un modo per aggravare meno le finanze del nucleo familiare ed al contempo riconoscere il diritto alla salute del cucciolo.
Cani e supermercato, quando possono entrare?
Giorni fa abbiamo avuto modo di parlare della scelta di Luciana Littizzetto di portare con sé il suo amico a quattro zampe negli studi di “Che tempo che fa” dove in coppia con Fazio ha dato – a colpi di ironia – la sua opinione sulla possibilità di portare il cane a lavoro. Una presa di posizione questa molto condivisa sul web.
In tanti infatti si sono detti entusiasti di avere il cane con sé, un modo per avere accanto un affetto ed al contempo un’occasione per non lasciarlo da solo. Ma è possibile portare il cane ovunque? A quanto pare vi è stata un’apertura sul punto; il direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, Ugo Della Marta ha firmato un provvedimento che cancella il divieto assoluto e generalizzato degli animali presso i supermercati e le attività dove vendono alimenti.
Un passo sicuramente in avanti per chi finora si è trovato costretto a lasciare il proprio animale in casa per andare a fare la spesa. Adesso il cane potrà partecipare allo shopping del proprio padrone.
Un lascia passare tout court?
Ammesso quindi il via libera riconosciuto agli animali domestici, certamente bisogna valutare caso per caso; è sconsigliato portarsi dietro cani di grossa taglia o se questi sono aggressivi. E sempre ovviamente fissando il principio che vengano tutelate sia l’igiene che la sicurezza dei cibi in vendita. Adesso i cani subiranno meno atteggiamenti discriminatori.