Cani uccisi in Cina: le atrocità nei macelli documentate da Animal Equality [VIDEO]

[galleria id=”1745″]Quello dei cani uccisi in Cina rappresenta un vero e proprio massacro. Sono 50mila gli animali che perdono la vita ogni giorno, per soddisfare una pratica davvero orribile. L’associazione Animal Equality ha svolto un’inchiesta sulla questione, mettendone in luce gli aspetti più cruenti e pubblicando un video shock. Ha anche avviato una petizione, per riuscire a fermare tutto ciò.

Attraverso la condivisione su internet, viene spiegato in che cosa consiste la petizione online e gli utenti vengono invitati a firmare, in modo che sia fermato il consumo di carne di cane, che continua ad essere diffuso in molti Paesi dell’Asia. Proprio qui si ritiene che se ne ricavino degli effetti benefici sulla salute, ecco perché i nostri amici a quattro zampe finiscono con il rifornire i ristoranti o i banchi dei venditori ambulanti. I dati forniti dall’organizzazione animalista parlano: si tratta di 18 milioni di vittime ogni anno, di cui 10mila soltanto nella città di Quanxi, in occasione del Carnevale.
Cosa si è scoperto

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Sul sito senzavoce.org è possibile rintracciare quello che viene definito il “diario dell’investigatore”. Gli esponenti di Animal Equality hanno visitato il mercato di Guangzhou Jinrong Livestock. Qui c’erano anche capre, maiali e scimmie ammassati in gabbie metalliche strette; alcuni si ritrovavano a stare inginocchiati sul pavimento e avevano gli occhi pieni di sangue. Nessuno si curava della loro sofferenza, ma continuavano a colpirli con sbarre di ferro. Scene molto simili nella zona nord, dove gli animaletti apparivano spaventati e sottomessi, quasi avvertendo che le loro vite erano in pericolo. Secondo le informazioni che ci vengono fornite dal diario, le bestioline erano sporche dei loro stessi escrementi, privati dell’acqua. Il terreno antistante era sporco di sangue fresco. Diversi erano in catene.
ATTENZIONE: IMMAGINI CRUENTE

Gli “investigatori” si sono recati anche a Zhanjiang. Qui è stato possibile vedere altre scene orripilanti, con squarci alla gola, mentre alcune persone sedevano ai tavoli di un ristorante, mostrando orgoglio per la loro scelta culinaria. Pagavano 30 o 40 Rmb (circa 3 o 4 euro) per 500 grammi. Nel macello nella periferia a sud di Leizhou i lavoratori svolgevano la loro attività tranquillamente, prendendo a calci e a pugni le loro vittime. Poi le smembravano ancora vive. Se cercavano di scappare, venivano colpite con un bastone e cadevano in uno stato di semicoscienza. Infine venivano sgozzate, mentre continuavano a dimenarsi. Venivano poi portate in un’azienda, prima di essere smistate in altre città.
ATTENZIONE: IMMAGINI CRUENTE

Dopo qualche tempo, Animal Equality ha portato avanti una nuova investigazione sul consumo cinese di carne di cane e di gatto. Gli attivisti si sono finti interessati alla ricerca di animali per fini personali e hanno avuto così l’occasione di imbattersi in alcuni gruppi che agiscono indisturbati, portando avanti una vera e propria carneficina. Le bestioline vengono sottratte alle famiglie oppure sono prese mentre si aggirano per le strade. La loro fine è orrenda: lo testimoniano le immagini girate dai finti clienti dei macellai cinesi. Sono state documentate in un video tutte le barbarie, a cui gli animaletti vengono sottoposti, prima di trovare una triste fine. A Jiaxiang, a Zhanjiang, a Wuhan esistono rispettivamente un allevamento, un macello e un mercato: si tratta di luoghi di atrocità. Cani e gatti vengono trasportati ammassati nelle gabbie; scaricati dai camion, vengono gettati a terra con violenza, fino a provocare ad essi delle fratture ossee o determinando la morte di cuccioli partoriti da poco all’interno delle trappole.
Le creaturine non hanno nemmeno la forza di far sentire i loro versi: appaiono spaventate, sanno che cosa li attende e cercano di non attirare l’attenzione. Tuttavia non hanno scampo. Ai visitatori di una struttura dedita alla macellazione dei cani viene mostrata la “merce”, mettendone in risalto la “qualità”: il prezzo è di circa 25 euro per un cucciolo. L’associazione che si occupa della salvaguardia degli animali ha ribadito l’importanza della petizione, in modo da raccogliere le firme necessarie, affinché il governo cinese intervenga, disapprovando categoricamente l’uso dei cani e dei gatti a fini alimentari.
Un mercato illegale
La carne di cane è consumata anche in alcuni Paesi, nei quali il tutto è considerato illegale. Ecco perché, in alcuni casi, la vicenda, oltre ad essere all’apice della crudeltà, sfiora anche la disobbedienza alle norme. Per esempio, nelle Filippine o a Taiwan sono state introdotte delle leggi che mirano a salvaguardare il benessere degli animali. Tuttavia queste disposizioni non vengono applicate. Anche in Cina nel 2010 è stata depositata una proposta di legge a tale scopo, ma non sembra che il progetto possa diventare definitivo, perché sono molti i contesti in cui le stesse amministrazioni locali promuovono la barbara esperienza. Ci sono anche dei casi che fanno riflettere. Basti pensare che in Corea, secondo ciò che ha affermato la Korea Food & Drug Administration, è cibo qualsiasi prodotto commestibile. Eppure a Seoul la carne di cane è definita un “alimento ripugnante”. Tuttavia non si bada a rendere valido questo principio.
Il business
Questo commercio porta ad un business stratosferico. Infatti non dobbiamo dimenticare che non si tratta soltanto di soddisfare le esigenze del mercato della carne, ma anche di quello delle pellicce (CLICCA QUI PER SCOPRIRE TUTTA LA VERITA’ SU COME SI FANNO LE PELLICCE). La pelle dei cani, infatti, viene destinata proprio a questo settore, che frutta 10 milioni di euro all’anno. E non si tratta affatto soltanto di bestie raccolte in strada, ma molto spesso anche rubate alle famiglie. Secondo un sondaggio realizzato dall’Ong Guo, nel maggio del 2011 l’80% delle famiglie di Jinan ha denunciato il furto del loro animale domestico.
Secondo ciò che ha raccontato l’Animal Advocates, i macellai sono convinti del fatto che le sofferenze inflitte rendano la carne più tenera e l’Oipa ha predisposto un dossier di denuncia, in cui viene descritto uno scenario assurdo sulle condizioni incredibili che gli animali destinati al macello devono affrontare. Inoltre è stato spiegato che, durante le Olimpiadi di Pechino, il governo decise di bandire questo tipo di cibo, per non turbare i visitatori occidentali. Quando in Cina venne ipotizzato il disegno di legge per rendere illegale la cinofagia, prevedendo fino a 15 giorni di carcere per i trasgressori, si scatenò un vero putiferio e il 64% dei cittadini si oppose.
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