Canili dell’orrore: dovrebbero essere al sicuro ma gli animali sono maltrattati

Un recente servizio de Le Iene ha acceso i riflettori su un canile in Sardegna e riaperto il dibattito su queste strutture dato che alcune volte purtroppo i canili da luoghi di protezione degli animali persi diventano sede di orrore senza fine

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Cucciolo (foto da Canva) – ecoo.it

In un recente servizio de Le Iene gli inviati della trasmissione si sono recati presso un canile in provincia di Nuoro in cui gli animali erano risultati tenuti in condizioni oltre ogni limite della decenza. La situazione specifica del canile di Nuoro sembra essere rientrata, con la testata locale Cronache Nuoresi che si è recata sul posto e che sembra aver trovato un luogo ora diverso da quello denunciato in TV.

Ma anche se per il canile di Nuoro finito al centro delle critiche potrebbe essere iniziata una nuova era con cani non più denutriti e lasciati in gabbie piene di escrementi, la questione legata ai canili deve comunque essere affrontata. Soprattutto perché si tratta di luoghi che spesso i Comuni lasciano alla gestione di privati limitandosi a fornire quelle che dovrebbero essere le sovvenzioni per garantire il benessere animale ma che a volte garantiscono solo il benessere di chi i canili li gestisce.

Canili dell’orrore, perché si generano queste situazioni?

I canili sono luoghi in cui vengono raccolti quelli che sono i cani che si trovano spersi all’interno del territorio di un determinato comune. In alcuni casi la zona servita dal canile è molto più vasta di un singolo comune in realtà. A prescindere dalla zona che viene servita, lo scopo principale dei canili è quello di garantire la sopravvivenza degli animali accuditi fino al momento in cui questi non trovano una nuova famiglia che li può ospitare. Le tipologie di canili che si trovano in Italia sono sostanzialmente due.

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Cani nelle gabbie (foto da Canva) – ecoo.it

Possono infatti esistere canili privati o canili pubblici o comunali. Per poter aprire un canile, che lo si voglia fare con le proprie forze oppure diventando canile convenzionato con il proprio comune di residenza, occorre seguire un percorso normativo e di preparazione adeguato proprio per fornire agli animali una struttura ottimale e un servizio di riabilitazione per poter poi permettere proprio l’adozione. Perché oltre ai cani che vengono eventualmente abbandonati o che lasciano casa e non riescono a rientrare nei canili si trovano anche animali che sono nati senza avere contatto con gli esseri umani e che quindi hanno bisogno di essere abituati ad entrare in contatto con una persona per poter poi essere così adottati.

Perché si arriva all’orrore

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Cuccia (foto da Canva) – ecoo.it

Per i canili, la sopravvivenza della struttura è legata alle sovvenzioni o alle donazioni, a seconda se si tratti di un canile sovvenzionato da una struttura pubblica o da un canile che si regge sulle donazioni dei privati. Soprattutto però nel caso dei canili comunali le sovvenzioni che arrivano vanno distribuite in base al numero degli animali il che significa che più animali ci sono più attenzione occorre prestare a ciascuno con però entrate pressochè sempre identiche. Data la mancanza di controllo che molto spesso si verifica proprio nel momento in cui vengono affidati gli animali alle strutture private convenzionate si possono creare situazioni in cui l’unico scopo dei gestori è quello di guadagnare.

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