Cannabis light, arriva la stretta del Governo: “A rischio 11mila posti di lavoro”

È stata approvata la modifica al ddl Sicurezza che equipara la cannabis light a quella non light: scoppia la polemica.

Canapa
Canapa (Ecoo.it)

La scorsa notte, durante una lunga seduta delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, è arrivata la stretta sulla cannabis light. È stata, difatti, approvata la modifica al ddl Sicurezza che equipara quest’ultima alla cannabis non light.

Ora l’esame in Aula, che era inizialmente previsto per il 5 agosto, è stato rinviato a settembre, dopo la pausa estiva. La decisione arrivata durante la notte scorsa ha inevitabilmente generato le proteste da parte dei rappresentanti del settore e delle opposizioni. Secondo quest’ultimi, si tratta di un’approvazione che metterebbe a rischio circa 11mila posti di lavoro.

Cannabis light, stretta del Governo: polemiche delle opposizioni e dei rappresentati del settore

Cannabis light
Cannabis light, la stretta del Governo (Ecoo.it)

Già da questa mattina è scoppiata una polemica dopo la stretta del Governo sulla cannabis light. La scorsa notte, tra mercoledì 31 luglio e giovedì 1 agosto, difatti, nel corso di una seduta fiume delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera è stata approvata la modifica al ddl Sicurezza che, di fatto, porterà allo stop della vendita e della produzione della cannabis light, equiparandola a quella non light, e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla canapa. È stata, invece, ritirata la proposta della Lega sul divieto di utilizzare l’immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari.

La sostanza, che ha un contenuto di Thc inferiore allo 0,2%, era divenuta legale nel nostro Paese otto anni fa, nel 2016. Da quel momento, in Italia il settore della coltivazione della canapa è cresciuto significativamente tanto che, secondo il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, dopo la decisione di ieri notte, 11mila posti di lavoro sarebbero a rischio. “Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica – ha affermato Magi- cancella una filiera tutta italiana”.

Proteste anche da parte di Cia – Agricoltori Italiani, il cui presidente Cristiano Fini ha commentato la decisione arrivata ieri notte spiegando che si tratta di una “grave sconfitta per la libera impresa nel nostro Paese bloccando un settore in forte crescita, trainato soprattutto dai giovani agricoltori”. Una filiera, che sempre secondo l’associazione di categoria, conta un fatturato annuo di 500 milioni di euro.

Esame in Aula rinviato

Le polemiche delle associazioni, dei rappresentati del settore e delle opposizioni ha portato al rinvio dell’esame del ddl Sicurezza in Aula. Inizialmente era stato fissato per lunedì 5 agosto, ma ora è stato posticipato a settembre dopo la pausa estiva, quando verrà presa la decisione finale sulle modifiche apportate.