Capi ecosostenibili con cui poter abbracciare il prossimo autunno-inverno ne abbiamo? La risposta è “Sì”, senza ombra di dubbio. Jeans, t-shirt, maglioni, sneakers e molti altri indumenti che cercano di diminuire l’impatto della loro filiera produttiva sul pianeta. Ricordiamo che il comparto moda è il secondo settore più inquinante dopo l’Oil&Gas. Sveliamo qui la ricetta per preparare al meglio il vostro armadio ai primi freddi e a quelli che seguiranno, rispettando l’ambiente.
La camicia bianca è un classico. Da indossare con i jeans per le prime avvisaglie dell’autunno, oppure sotto i pullover invernali quando l’estate sarà davvero lontana. Qui vi proponiamo due modelli particolari da sfoggiare in tutta la loro eleganza e versatilità. La camicia con le maniche over di Eticlò e il modello “Garment 02“, la blusa del brand Les Izmoor che può essere indossato in un duplice modo.
Les Izmoor crea un solo indumento a stagione, un pezzo unico realizzato con cura e strategica versatilità. L’obiettivo è di produrre (nella loro struttura a circa 60 km da Milano) meglio e meno sulla base degli ordini ricevuti dai clienti stessi (il cosiddetto made to order). Chi l’ha detto che la sostenibilità deve cedere il passo all’estetica?
La B Corp Rifò produce maglioni ecosostenibili di alta qualità partendo da fibre tessili rigenerate e rigenerabili. Un business sedimentato in un luogo che di tessuti ne sa qualcosa: la città di Prato. Con l’aiuto di artigiani locali, Rifò trasforma vecchi indumenti in un nuovo filato con il quale produce a km 0 morbidi e soffici prodotti per uomo/donna.
Cambiamo Regione e spostiamoci nelle Marche per uno stile di maglieria del tutto diverso. Se cercate qualcosa di colorato il progetto Gaia Segattini Knotwear fa per voi. Spesso pensati in taglia unisex, quest’azienda marchigiana nasce dalla volontà di recuperare scarti di filati rimasti nelle giacenze delle aziende di maglieria artigiane, per ridare loro nuova vita. Questo significa pezzi limitati, e molto spesso made to order. Artigianalità e qualità, con tanto estro!
Non possiamo parlare di jeans sostenibili senza citare Par.Co Denim, un’azienda di Bergamo che dal 2014 si impegna in maniera seria nella realizzazione di capi in denim con una produzione tracciata e certificata. La collezione 2021 è fatta di un tessuto denim speciale: Bio Eco Denim. Cotone biologico coltivato con metodi a basso impatto ambientale certificato GOTS e tinto con indaco naturale invece che sintetico.
L’indaco è la tinta del classico colore blue jeans. Par.Co Denim ha utilizzato il colorante estratto dalla foglie della pianta Indigosfera Tinctoria fermentate in acqua, e il materiale di scarto è stato usato come fertilizzante per il terreno stesso. Sul sito di Par.Co Denim la tracciabilità è garantita e ben chiara.
Affidabili compagne della nostra daily routine sono le amate sneakers. Bianche o colorate completano la maggior parte dei nostri outfit e sono utilizzabili dalla primavera all’autunno. Sono praticamente ai piedi di ogni francese quelle del marchio Veya che rispettano sia i valori di sostenibilità ambientale, che quelli della tutela dei diritti dei lavoratori. Dal 2005 le scarpe Veya sono realizzate con materiali che provengono da agricoltura ecologica, senza processi chimici inquinanti. La produzione è altamente controllata e le condizioni di lavoro sono tutelate, senza discriminazioni di paga o di diritti.
Parlano italiano invece le Id.Eight, nate dalla coppia nella vita e nel lavoro, composta dal coreano Dong Seon Lee e la product manager italiana Giuliana Borzillo. Le sneakers Id.Eight sono cruelty-free e realizzate con materiali che derivano anche dagli scarti della frutta come bucce di mela e di uva, foglie di ananas, cotone e poliestere riciclati.
A Prato la tradizione dei cenciaioli, gli addetti a lavorare i cenci, ossia i panni, rivive nel marchio sostenibile LO FO IO (lo faccio io in toscano) che produce accessori invernali in filati rigenerati. L’oggetto iconico del marchio è il ganzo, un nome che la dice lunga. Scaldacollo, ma anche fascia, oppure cappello. Il ganzo è da tenere in tasca per tutto l’inverno.
Lo Sciarpello non è da meno, una sciarpa che si trasforma in cappello. Stole e guanti nati dalla creatività e teatralità del suo fondatore Beppe Allocca, che all’occorrenza si trasforma in un attore portando in giro per l’Italia un suo spettacolo teatrale sull’argomento.
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Abbigliamento intimo e sportivo sono certamente due settori evergreen del nostro armadio che usiamo (e laviamo) con maggiore ricorrenza. Quelli di CasaGIN rispondono agli standard più elevati di ecosostenibilità. Fibre ricavate da materiali naturali come faggio ed eucalipto e manifattura eseguita completamente in Italia, dalla tintura alla confezione.
La tintura, uno dei processi più inquinanti, è svolta secondo i disciplinari più rigidi, senza sostanze tossiche, metalli pesanti come nichel, formaldeide e mercurio. I tessuti impiegati non sono importati. Questo, oltre a ridurre l’impatto sull’ambiente derivante da viaggi e trasporti, preserva anche la trasparenza della filiera. Ricordate che poi i capi ecosostenibili autunno-inverno saranno a contatto con la pelle, l’organo più esteso del nostro corpo. Keep it in mind!
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