Un cane randagio è per forza pericoloso? Chiariamo alcuni luoghi comuni e cerchiamo di capire quali sono i segnali a cui fare attenzione.
Quando abbiamo a che fare con dei randagi, chiedersi se un cane sia pericoloso, specialmente quando ci si trova in situazioni in cui un cane sconosciuto si avvicina, è più che legittimo. Serve a noi per capire come comportarci in quei casi, ma soprattutto a educatori, istruttori e veterinari, che ogni giorno si confrontano con queste situazioni.
A dei professionisti spetta il compito di valutare il rischio che esso rappresenta per gli esseri umani e altri animali, ma soprattutto non va mai dimenticato che un cane potenzialmente aggressivo è a rischio e potrebbe morderci anche mentre è in fase di riabilitazione. Cercheremo di capire quindi non solo i segnali che ne attestino la pericolosità, ma anche i vari comportamenti da intraprendere per evitare di essere aggrediti.
Chiaramente il pericolo lo avvertiamo innanzitutto dalla taglia del cane: l’esempio classico è quello del chihuahua, un cane di dimensioni davvero ridotte, ma che soprattutto per autodifesa tende a essere aggressivo. Non possiamo comunque di certo considerarlo pericoloso come un pastore tedesco, la cui indole è certamente buona, ma che se dovesse attaccarci ci farebbe davvero molto male.
Il randagismo, purtroppo, rende pericolosi anche cani tipicamente mansueti e senza dubbio iniziative come quelle di chi prova a uccidere i cani abbandonati non vanno nella direzione giusta, perché incattiviscono ancora di più l’animale. Oltre chiaramente a essere manifestazione della più bieca crudeltà da parte di chi si dà da fare per iniziative così tremende e squallide.
Sono soprattutto i cosiddetti cani vagabondi a essere più aggressivi: un cane randagio, se adottato dal quartiere, risulta essere mansueto, sebbene possa chiaramente apparire territoriale. Nella valutazione di certi rischi, inoltre, non conta tanto la razza, quanto la capacità di condurre un cane al guinzaglio o – nel caso di randagi – il soggetto che viene attaccato. Un bambino, in sostanza, rischia sempre più di un adulto.
Ma come comportarsi quando ci si trova in situazioni di pericolo? La domanda non ha una risposta semplice, se non un consiglio, quello di evitare l’inerzia. Non bisogna restare fermi, dunque, ma nemmeno chiaramente fuggire a gambe levate. Un randagio potrebbe scambiarvi facilmente per una preda da aggredire, dunque attenzione a un vostro comportamento che potrebbe dargli l’input e farlo scattare verso di voi.
Senza chiaramente usarlo, è bene cercare nelle vicinanze qualcosa di simile a un bastone, per intimorire l’animale. Dobbiamo essere noi a dimostrarci sicuri nei loro confronti, in modo da metterli in difficoltà ed evitare che siano i cani a fare la prima mossa. Al contempo, una volta fatto recepire al randagio che siamo pronti a respingere un suo attacco, è bene iniziare ad allontanarci molto lentamente.
Può chiaramente succedere che un cane pericoloso e aggressivo non solo non si lasci intimorire, ma anche una volta che ci siamo allontanati continui a ringhiarci contro, pronto a colpire. In quel caso, il consiglio è quello di rifugiarci in un luogo sicuro e protetto nella zona o in auto, se ci troviamo nelle vicinanze della nostra, quindi è il momento di avvertire chi di dovere.
La legge quadro sul randagismo in Italia ha oltre trent’anni, ma per molti versi è spesso disattesa: il fenomeno è infatti regolamentato dalla legge n. 281 del 14 agosto 1991 e chiama a precise responsabilità di intervento chi di dovere. In primis, se ci troviamo di fronte a un cane randagio, a prescindere dalla sua pericolosità vera o presunta, dobbiamo rivolgerci alla Polizia Municipale o alla Polizia Locale del comune in cui avviene l’avvistamento.
In alternativa, si possono chiamare i militari dell’Arma dei Carabinieri ovvero la Polizia di Stato, oppure ancora il Corpo Forestale dello Stato. Quando vi rivolgete a chi è tenuto a tutelare gli animali e l’ordine pubblico, sappiate che vi verrà verosimilmente chiesto di sapere dove siete e in quel momento dovete essere bravi ad esservi già geolocalizzati e quindi a dare la vostra posizione.
Anche qualora il cane non risulti aggressivo e si pensasse di poterlo adottare, va comunque sempre e in ogni caso atteso l’arrivo dell’autorità pubblica. Non esistono segnalazioni anonime e chi denuncia un episodio di randagismo deve restare sul posto fino all’arrivo delle autorità competenti. Dalle forze dell’ordine giunte sul posto, la competenza quindi passa automaticamente e in un secondo momento alla ASL del territorio.
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